Una certa attenzione per le posizioni di Matteo Salvini, leader della Lega Nord, ma attivo a livello regionale anche al sud con i vari movimenti “Noi con Salvini”, Davide D’Alessandro l’aveva già mostrata attraverso un articolo di qualche settimana fa, in cui definiva “necessità” la presenza politica di Salvini e, per la Francia, Le Pen, “luci accese che segnalano il pericolo di una perdita identitaria, di un allontanamento siderale tra i popoli e i loro governicchi. Hollande cade sotto i colpi impietosi di una Francia mutata, spolpata, troppo ineluttabilmente aperta all’esterno, incapace di difendere l’interno. Difendere ciò che è proprio non è chiusura, non è barriera, non è muro col filo spinato. È rispetto per ciò che è stato sciaguratamente svenduto. Francia e Italia sono state silenziosamente occupate. Non dai carri armati, ma a causa di una condotta irresponsabile, molle e rinunciataria, figlia di una palese sottomissione. La colpa non è di Le Pen né di Salvini. Prendono voti perché non hanno colpe, prendono voti perché dicono ciò che tantissimi cittadini pensano e vorrebbero dire”.
Una prima conferma è poi arrivata dalla presenza del consigliere comunale vastese, insieme al collega Massimo Desiati, alla riunione del comitato regionale “L’Abruzzo con Salvini”, ma quella definitiva con la richiesta di occupazione di suolo pubblico avanzata come consigliere comunale per la raccolta firme promossa dal leader leghista “Chiedo asilo anch’io”.
“Sto ragionando con i vertici del movimento – ha spiegato D’Alessandro – ma intanto sposo in pieno la manifestazione. Sabato 11 aprile, dalle 15 alle 19 e domenica 12 aprile, dalle 9 alle 19, in piazza Diomede sarà possibile raccogliere l’invito di Matteo Salvini e dare una risposta ferma, concreta, alle tante falsità veicolate ad arte dalla sinistra italiana sugli sbarchi, sui clandestini, su un tema che sta mettendo in ginocchio l’intero Paese. La sinistra dice che l’operazione Mare Nostrum non ha incentivato gli sbarchi. In realtà, nel 2014 sono sbarcati oltre 170 mila immigrati, quattro volte di più del 2013. La sinistra dice che trattasi di profughi che scappano da guerre e persecuzioni. In realtà, solo uno su dieci ottiene lo status di rifugiato politico. La sinistra dice che tra i richiedenti asilo vi sono tante donne e minori. In realtà, il 92 per cento è di sesso maschile e il 94 per cento è composto da maggiorenni. Sono numeri che hanno fatto gridare a Salvini: ‘Prima il cittadino, non il clandestino’. Uno slogan? In realtà, è molto di più. È la consapevolezza che così non si può andare avanti, proprio mentre c’è chi disquisisce di un nuovo Centro profughi a San Salvo. È ora di chiedere tutti asilo politico. Una battaglia da appoggiare senza se e senza ma. Anche a Vasto“.
Ancora presto per parlare di incarichi all’interno del movimento, quindi, ma – in vista delle prossime riunioni organizzative di maggio – crescono le adesioni politiche intorno al movimento che il leader leghista ha saputo sapientemente “spacchettare” a livello regionale, probabilmente per far dimenticare le recenti posizioni secessioniste che certo al centro-sud avrebbero attecchito poco. In attesa di verificare la sostanza elettorale del progetto di Salvini, sabato e domenica la raccolta firme, nella convinzione che essere profughi, oggi, sia più conveniente che essere italiani. Le firme, naturalmente, avranno valore tutto simbolico, anche se c’è anche una strada più concreta per raggiungere l’agognato status, ovvero quella tracciata dall’ottimo giornalista Fabrizio Gatti che – per una sua inchiesta sui Cpt – si è fatto ripescare nelle gelide acque pugliesi senza documenti e fingendo di non parlare l’italiano. Il risultato di quell’inchiesta è noto. Per aderire all’iniziativa di Salvini, però, per fortuna basta una firma.