Per l’Abruzzo è stata la notte del ricordo. Il pensiero rivolto a L’Aquila che, nella notte di 6 anni fa, alle 3.32, venne colpita da una scossa di terremoto di magnitudo 5.8 gradi della scala Richter. È un dolore condiviso dai cittadini aquilani, che ancora oggi vivono dovendo affrontare tante difficoltà, e di tante persone che vivevano nel capoluogo per motivi di studio e lavoro. Era così per Davide Centofanti, di Vasto, e Maurizio Natale, di Monteodorisio, che in quella tragica notte erano a L’Aquila, città che avevano scelto per i loro studi universitari. La città in cui dovevano iniziare a dare forma ai sogni per il loro futuro è stata invece il luogo dove hanno perso la vita. Davide nella Casa dello Studente, emblema del sisma e della speculazione edilizia a danno delle persone, Maurizio in un’abitazione condivisa con altri studenti. Nella notte aquilana, illuminata dalle fiaccole delle 10mila persone che hanno partecipato alla marcia silenziosa, sono stati letti anche i loro nomi all’arrivo in piazza Duomo. E sarà particolarmente intenso in questo giorno il ricordo per le due giovani vite spezzate insieme ad altre 307.
La fiaccolata (Ansa). Uno striscione portato da alcuni familiari delle vittime con lo slogan “il fatto non sussiste ma uccide” in riferimento alla sentenza della Corte d’Appello che ha assolto sei dei sette componenti della Commissione Grandi rischi. Poi altri che chiedono verità e giustizia dietro migliaia di persone che in silenzio sfilano con le fiaccole in mano. Così nel giorno di Pasqua di Resurrezione che coincide con il sesto anniversario del tragico sisma dell’Aquila, si è snodato il corteo per non dimenticare le 309 vittime che alle 3.32 della notte tra il 5 e il 6 aprile del 2009 sono rimaste uccise da una scossa che seminò distruzione causando 1600 feriti e 70 mila sfollati. In testa al corteo anche familiari di alcuni degli studenti stranieri che persero la vita la notte del terremoto: alcuni genitori di giovani scomparsi sei anni fa indossano una casacca con la scritta “il fatto non sussiste” con la data della sentenza della Corte e del terremoto.
Alla commemorazione che si svolge in un clima pungente, oltre a migliaia di cittadini ed esponenti delle istituzioni c’è il presidente del Consiglio Regionale, Giuseppe Di Pangrazio. Insieme al sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, c’è il primo cittadino di Pescara, Marco Alessandrini, con i gonfaloni delle due città. Organizzato dai Comitati dei familiari delle vittime del terremoto, il lungo serpentone umano si è snodato da via XX Settembre (all’altezza del vecchio tribunale) per arrivare in piazza Duomo, dovesono stati letti i nomi dei morti e si sono uditi i 309 rintocchi delle campane della chiesa di Santa Maria del Suffragio (nota come ‘delle Anime Sante’) dedicati alla loro memoria. In corteo anche i rappresentanti di associazioni nate dopo altre tragedie, quali quella di Viareggio e della ThyssenKrupp. Associazioni riunite in un coordinamento che sempre domani si riunirà all’Aquila per mettere a punto il programma di un convegno nazionale su legalità e giustizia, che dovrebbe svolgersi a Roma.