Diversi gli episodi, negli anni, riconducibili a tentativi di intimidazione sul territorio vastese. Il più delle volte è stato registrato l’utilizzo di bombe carta o ordigni artigianali più o meno potenti, raramente sono state utilizzate armi vere e proprie, come nel caso della notte tra domenica e lunedì, quando ignoti hanno esploso cinque colpi calibro 7.65 contro le vetrine del bar di un distributore in via del Porto (qui l’articolo). Troppo presto per fare ipotesi circa i motivi precisi di un’azione che – di per sé – però già rivela un tentativo di intimidazione, sebbene i contorni della vicenda siano tutti ancora da chiarire.
Sempre una pistola l’arma utilizzata nel luglio del 2013 contro l’auto di un 40enne di Cupello (qui l’articolo), così come a maggio dello stesso anno a San Salvo (qui l’articolo); in quella occasione, però, oltre ai colpi di pistola esplosi, l’auto del malcapitato di turno era stata data anche alle fiamme.
In altre occasioni, il mezzo per inviare messaggi intimidatori più o meno chiari (in molti casi le vittime non avevano idea da chi venisse il “messaggio) è stato quello dell’ordigno artigianale; in questo caso la “casistica” è piuttosto ampia e difficile da riassumere con completezza; evidente l’intento intimidatorio nel caso dell’esplosione in via Tronto (qui l’articolo), dov’era stata lasciata anche una scritta; in quel caso l’obiettivo dei malviventi è stato un privato, ma la lista si allunga se si considerano gli esercizi commerciali e le attività; tra Vasto e San Salvo – passando per il litorale – diversi gli episodi registrati: a San Salvo in via Circonvallazione (qui l’articolo), a Vasto in via Giulia (qui l’articolo), in via Ciccarone (qui l’articolo) e a Vasto Marina (qui l’articolo). E l’elenco potrebbe continuare.
Ancor più difficile sarebbe produrre un elenco esaustivo per quanto riguarda gli incendi delle auto; anche su questo fronte gli episodi non mancano. Ad ogni modo, come ricordava il Prefetto di Chieti durante la visita del vice ministro dell’Interno, il senatore Filippo Bubbico, a Vasto per un incontro sulla sicurezza (qui l’articolo), nella maggioranza dei casi gli inquirenti hanno verificato che gli episodi che hanno preoccupato l’opinione pubblica non erano riconducibili ad attività della criminalità organizzata, ma a singoli atti delinquenziali dovuti a liti, gelosie, ripicche o vendette personali.
Nell’ultimo caso, però, l’utilizzo di un’arma di grosso calibro porta l’episodio registrato poco prima dell’alba di lunedì tra quelli più gravi, relativamente a questo tipo di atti criminosi. Intanto le indagini, condotte dai carabinieri di Vasto, al comando del tenente Domenico Fiorini, comandante in sede vacante della Compagnia, proseguono con l’obiettivo di assicurare presto alla giustizia gli autori del gesto.