Non una tardiva celebrazione funebre, ma il ricordo di uomini che hanno fatto la storia, da tramandare alle nuove generazioni perché non si perdano quei valori che hanno mosso quegli uomini e che hanno permesso ai posteri di godere di diritti, democrazia e libertà. Questo il senso, rilevato dal filo conduttore che ha mosso gli interventi dei numerosi ospiti, delle celebrazioni del 65° anniversario dell’eccidio di Lentella, nel quale persero la vita Nicola Mattia e Cosmo Mangiocco, caduti sotto i colpi sparati dai carabinieri schierati a difesa del municipio durante le manifestazioni del marzo 1950.
Numerosi gli ospiti intervenuti e quelli che hanno assistito alla manifestazione. In ordine di intervento, Gianni Cordisco, assessore alla Cultura del Comune di Lentella, Carlo Moro, sindaco, Luciano Lapenna, sindaco di Vasto e presidente regionale dell’Anci, Germano Di Laudo, segretario provinciale della Cgil, l’onorevole Maria Amato, l’onorevole Arnaldo Mariotti e il senatore Filippo Bubbico, vice ministro dell’Interno.
Dopo i saluti e l’introduzione dell’assessore Cordisco, il sindaco Moro ha ripercorso la storia dell’eccidio, dagli scioperi al contrario alla fine della giornata di quel 21 marzo 1950, quando – rientrando dal lavoro – i braccianti si diressero verso il municipio al grido di “pane e lavoro”. I carabinieri schierati a difesa del Comune spararono sui manifestanti, uccidendo Nicola Mattia e Cosmo Mangiocco e ferendo altre 10 persone. A distanza di 65 anni da quei tragici giorni, “il nostro compito – ha sottolineato Moro – è quello della memoria, per trasmettere quei valori di vita e il ricordo di quei sacrifici che ci hanno permesso di gustare il sapore dei diritti e della libertà“.
“Se oggi l’Italia è quella che è – ha confermato il sindaco Lapenna – è grazie a quelle lotte e a chi ha sacrificato la propria vita per i diritti di tutti, come è successo qui a Lentella”.
Un rapporto con l’attualità è poi giunto con la riflessione del segretario provinciale della Cgil, Germano Di Laudo: “Naturalmente ci troviamo in una situazione completamente diversa, ma oggi come allora parliamo di piano per il lavoro, in un periodo in cui stiamo rimettendo in discussione tutto l’impianto delle conquiste ottenute negli anni ’70, a cui gli scioperi dei braccianti hanno aperto la strada”. La correlazione tra i due periodi storici, poi, anche nella riflessione dell’onorevole Mariotti: “La nostra generazione non ha fatto altro che portare in fabbrica i valori che ci sono stati insegnati nelle lotte per la terra.
A puntare il dito contro il “nemico da abbattere”, rappresentato dalla povertà, l’onorevole Maria Amato, che ha sottolineato come occorra non abbassare mai la guardia rispetto alla tutela dei diritti conquistati con tanti sacrifici: “Sono questi i momenti che giustificano il mio essere parlamentare, ma non mettono a tacere né possono consolare la coscienza rispetto a tutte le forme di povertà che ancora ci affliggono. Ma se perdiamo il ricordo di questi eroi, allora saranno morti per sempre e li avremo uccisi noi un’altra volta”.
In chiusura, l’intervento del vice ministro dell’Interno, il senatore Filippo Bubbico, che ha proposto una riflessione sull’Italia di allora e quella di oggi: “Dopo la guerra, in 20 anni siamo stati capaci di risorgere, combattere l’analfabetismo, realizzare il miracolo economico e raggiungere posizioni importanti tra i grandi del mondo. Oggi abbiamo problemi diversi, abbiamo una povertà che non si può misurare solo su indicatori di reddito. Mentre l’economia legale subisce la crisi e le aziende sane chiudono, emerge una forza economica sostenuta dalle organizzazioni criminali. Le battaglie che 65 anni fa si facevano per il lavoro e per la terra, oggi vanno fatte per affermare i principi di legalità”.