Purtroppo non sono emerse novità rilevanti dall’incontro di questa mattina tra lavoratori della ex Golden Lady, sindacati e amministratori locali, che hanno aperto il presidio davanti agli stabilimenti in Val Sinello con un minuto di raccoglimento in ricordo di Nicola Porreca, anch’egli ex dipendente Golden Lady, recentemente scomparso.
È stato poi Giuseppe Rucci, per la Cgil, a fare il punto della situazione: “Purtroppo non ci sono novità; eravamo stati convocati per un incontro a febbraio dall’assessore Lolli, ma l’incontro è saltato e non abbiamo ricevuto più nessun tipo di comunicazione. Abbiamo appreso dalla stampa dell’interessamento di un’azienda, ma anche in questo caso siamo ancora in attesa della lettera che dovrebbe arrivare dall’assessorato”.
Rucci ha poi rilevato l’indifferenza delle istituzioni rispetto alla vertenza: “Ringraziamo i sindaci di Gissi, Monteodorisio e Scerni, che con la loro presenza danno dignità istituzionale a questo incontro, ma non posso fare a meno di sottolineare il più totale disinteresse di tutte le istituzioni e della politica. Sembra che ormai tutti abbiano messo una pietra sopra a una vertenza che, dispiace dirlo, appare simile a molte altre nella Provincia di Chieti. Il territorio appare ormai abbandonato a se stesso. Non c’è nessuno che viene a dirci qualcosa, nemmeno se questa vertenza dovrà morire così. Intanto tra maggio e giugno 150 dipendenti resteranno senza il minimo sostegno al reddito“.
Sulle possibilità di reperire un’azienda davvero interessata alla riconversione, Rucci ha messo sul piatto della bilancia due aspetti, quello relativo alle infrastrutture e quello relativo alle agevolazioni per le imprese: “Per arrivare qui dall’autostrada ci vogliono tre quarti d’ora, tanto è disastrata la strada. Come pretendiamo di poter attrarre investimenti sulla Val Sinello con queste infrastrutture? Dall’altro lato, però, oggi le imprese possono godere di numerosi incentivi statali, contrattuali e quant’altro, perciò non si capisce perché non si riesca a trovare un’azienda interessata; sorge il dubbio questa vertenza non interessi più a nessuno. E non servono più nemmeno interrogazioni parlamentari o attestati di solidarietà, abbiamo bisogno della presenza fisica, sul posto”.
Difficile per gli stessi sindacati immaginare i prossimi passi: “Possiamo andare a L’Aquila o a Pescara a manifestare, ma dev’essere chiaro che non possiamo andare lì i soliti 20 o 30 a rappresentare una debolezza. Dovremmo andare in massa per rappresentare invece una forza, altrimenti è controproducente“.
A proposito, il sindaco di Scerni, Giuseppe Pomponio, ha lanciato l’idea di riunire in un’unica grande manifestazione tutti i lavoratori del territorio interessati da problematiche occupazionali o lavorative, da quelli della ex Golden Lady, a quelli del San Francesco e del Mario Negri Sud. Lo stesso sindaco ha poi lamentato lo stato di abbandono del territorio e delle sue infrastrutture: “Ci dicono sempre che non ci sono soldi, ma intanto i lavori in Val di Sangro e a Lanciano sono stati finanziati”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Arnaldo Schioppa, della Uil: “Dobbiamo fare i passi che ci possiamo permettere, un passo falso e salta tutto”.
Preoccupato della situazione di stallo, e delle ripercussioni economiche e sociali della vicenda, il sindaco di Gissi, Agostino Chieffo: “Rispetto al centrodestra, almeno il centrosinistra ci ha messo la faccia con i suoi rappresentanti, anche se purtroppo il risultato è lo stesso. Questa vertenza merita di essere affrontata direttamente dal presidente D’Alfonso, l’unico che può riportare al tavolo la Golden Lady, che se pure giuridicamente è apposto, moralmente non può disinteressarsi della vertenza. Inoltre D’Alfonso dovrebbe far in modo di far pendere la bilancia verso i lavoratori ex Golden Lady al momento di una eventuale riconversione, perché ormai gli imprenditori che verrebbero a investire, non avrebbero più vincoli, da questo punto di vista, e potrebbero assumere altri”.
Insomma, un quadro che certamente non ha incoraggiato i lavoratori presenti, esasperati dall’assenza di un orizzonte chiaro a cui guardare. Diversi i lavoratori che vorrebbero partire con le manifestazioni, senza aspettare una “massa critica”: “Siamo sempre i soliti, perché chi ha potuto si è trovato altri lavori. Dirci di aspettare e manifestare solo quando saremo in quattrocento significa dirci che non dobbiamo fare niente“.