Il crollo del muro del palazzo di via Santa Lucia [il video] sancisce la fine di uno dei luoghi storici della città legati alla famiglia d’Avalos. E’ Fernando D’Annunzio, che ben conosce questo luogo, a ripercorrerne la storia recente. “Fino alla seconda metà degli anni ’60 il complesso era ancora di proprietà dei d’Avalos ed era abitato da quattro nuclei familiari – racconta il poeta vastese-. La mia famiglia vi abitava già dagli anni ’30. Nella chiesa vi si ufficiava Messa ogni domenica e per un periodo, (mi sembra dal 1959 a circa il ‘64/’65) Santa Lucia funse da parrocchia provvisoria della zona, in attesa della istituzione della Parrocchia S. Giovanni Bosco (era da poco stata demolita la chiesa di S. Pietro).Parroco designato fu Don Stellerino che promosse la ristrutturzione della chiesa con un nuovo pavimento ed una risistemazione generale.
Già allora, ricordo l’incuria da parte dei proprietari e di chi amministrava il complesso, nonostante l’inizio di degrado, mai un soldo venne speso per la necessaria manutenzione straordinaria, mentre quella ordinaria era a cura e a carico di chi vi abitava. Negli anni ’60 si verificò il cedimento di un lungo tratto del muro di recinzione del giardino e poi il distacco della volta della chiesa, che venne chiusa al culto. Nel 1974 ci fu ordinato, per vie legali, di lasciare l’immobile, poiché il complesso con tutto il terreno di proprietà d’Avalos era stato venduto all’Impresa Iacovitti che costruì i due palazzi sede oggi dell’Ufficio del Registro e della Finanza. Nulla fu mai fatto per la manutenzione della storica palazzina che fu giusto in tempo salvata dalla demolizione. Negli anni successivi – aggiunge D’Annunzio – sparì tutto ciò che era contenuto nella chiesa: altare, campana, statue, quadri, arredi e stucchi. Tutti conosciamo poi le vicende dell’impresa che acquistò il complesso. Nessuna attenzione quindi, da oltre 50 anni, per la salvaguardia della palazzina, sia da parte dei proprietari che da parte di Enti preposti. E adesso si piange”.