“Dov’è la perimetrazione del Parco della Costa Teatina? Chi l’ha redatta? Dov’è l’Abruzzo veloce del presidente e del suo Commissario? Come mai la nuova perimetrazione, tirata all’improvviso fuori dal cilindro, non è stata condivisa con i primi attori del territorio, ossia con gli otto sindaci della costa? Perché non ci si confronta con i veri portatori di interessi quali agricoltori, commercianti, industriali, artigiani, balneatori, albergatori? Si è tenuto conto del nuovo Piano demaniale marittimo?”. Queste le domande che il presidente di Vigilanza e consigliere regionale di Forza Italia, Mauro Febbo, ha voluto rivolgerere al Commissario Giuseppe De Dominicis.
“È veramente paradossale – ha proseguito Febbo – la modalità di concertazione con cui viene portata avanti la costituzione della perimetrazione del futuro Parco della Costa Teatina. Il sottoscritto per primo, e più volte, aveva sottoposto a tutti i sindaci, alle organizzazioni professionali e alle associazioni sia le problematiche sia le eventuali modifiche da apportare sui propri territori ricadenti nell’area Parco. I sindaci della costa teatina hanno solo sentito parlare di una perimentrazione, tra l’altro condivisa solo con un’associazione ambientalista, senza condivisione. Voglio ricordare e ribadire che i sindaci, gli unici tutori del proprio territorio, non possono essere esclusi da un progetto di concertazione poiché il passo successivo alla perimetrazione, ossia la zonizzazione, deve tenere conto di tutte le realtà locali. Così come non si possono tenere esclusi coloro che fanno economia del territorio e sul territorio. La costituzione del Parco non può assolutamente prescindere dalla antropizzazione e dalle attività esistenti e quindi sviluppare un unico progetto compatibile e sostenibile con la nostra costa. Pertanto – conclude il consigliere regionale Mauro Febbo – il commissario De Dominicis abbia il coraggio di coinvolgere tutti i portatori di interesse ed in primis i sindaci al fine di redigere un progetto capace di essere sostenuto dal Ministero dell’Ambiente. La Regione veloce di D’Alfonso, infine, faccia comprendere ai cittadini se c’è realmente l’intenzione di portare a termine l’istituzione del Parco della Costa Teatina o sembra ci si stia incanalando in un tunnel senza sbocchi“.
Altre perplessità sono state poi sollevare da Coldiretti, che ha ribadito la necessità di una perimentrazione “congrua” alle esigenze del mondo agricolo: “Il futuro delle aree protette – ha sottolineato Sandro Polidoro, presidente di Coldiretti Chieti – deve essere legato al consenso di chi le vive, e per ottenerlo, occorre molta trasparenza nelle decisioni e la partecipazione attiva di tutte le forze presenti sul territorio. Pertanto, se il Parco della Costa teatina dovrà ricadere su zone prevalentemente agricole, è di fondamentale importanza che gli agricoltori siano coinvolti nel processo decisionale. Facciamo fatica a comprendere come la legge sui parchi (n.394/91) possa essere applicata in un territorio fortemente antropizzato come la costa teatina e ci chiediamo quali siano le risorse disponibili per l’effettiva gestione della futura area; di certo, la realizzazione di un parco genererà ulteriore burocrazia per le imprese ricadenti con il rischio di aumentare i costi di gestione aziendale, senza avere certezza dei reali benefici di questa operazione. Pertanto, ciò che chiediamo è una delimitazione congrua con le attività economiche svolte nella zona e le aspettative di sviluppo di un settore, quello primario, trainante e in linea con l’idea di salvaguardia e tutela della natura e dell’ambiente. In tal senso – ha annunciato Polidoro – nei prossimi giorni incontreremo la base associativa nei nove Comuni coinvolti per condividere il percorso da intraprendere“.