“Questa sera sto rivivendo una situazione che pensavo fosse superata, di quando bisognava ancora convincere gli agricoltori che l’istituzione del Parco della Costa Teatina non avrebbe bloccato le produzioni, come qualcuno voleva far credere per fermare il progetto. Purtroppo stasera mi sembra di rivivere quei momenti”. Queste parole, dell’assessore Marco Marra, ben delineano il clima che si respirava ieri sera all’incontro promosso presso la sede di AssoVasto per parlare di Parco della Costa Teatina, Piano regionale del demanio marittimo e turismo balneare con gli operatori turistici, moderato da Luciano De Nardellis, vicepresidente della Sezione Turismo di Confindustria Chieti Pescara.
Dopo gli interventi più di natura tecnica di Giancarlo Zappacosta, direttore del dipartimento Trasporti, mobilità, turismo e cultura della Regione Abruzzo, e del comandante della direzione marittima di Pescara, capitano di vascello Enrico Moretti, infatti, è iniziato il fuoco di fila di Confindustria e Assobalneari contro la proposta di perimetrazione avanzata dal commissario Pino De Dominicis, considerata penalizzante sia per il turismo che per l’industria regionale.
Il primo colpo è partito dalla dottoressa Incoronata Ronzitti, delegata Assobalneari Abruzzo per la Provincia di Chieti, la quale ha espresso tutte le sue perplessità rispetto a una perimetrazione “calata dall’alto” e che non terrebbe conto delle attività produttive preesistenti. “Il legislatore – ha rimarcato Incoronata Ronzitti – ha già previsto tutte le tutele ambientali opportune verso ecosistemi meritevoli di attenzione. Abbiamo riserve, aree Sic, quale opportunità dovrebbe portare un progetto non condiviso con la comunità? Un Parco così disegnato piuttosto che mirare alla tutela dell’ambiente danneggia le attività produttive, senza contare che senza i regolamenti di gestione, che solitamente ci mettono decenni per essere approvati, scattano comunque immediatamente le norme di salvaguardia che bloccano tutto, in attesa dei regolamenti”.
Il secondo colpo è poi arrivato dal direttore generale di Confindustria Chieti-Pescara, Luigi Di Giosafatte, il quale ha rincarato la dose rispetto alle perplessità sulla perimetrazione, annunciando che il commissario De Dominicis ha già assicurato che rivedrà la stessa, in funzione di cartografie più aggiornate, visto che sono state inserite zone già attive dal punto di vista produttivo. “Confindustria non è contro il Parco – ha tenuto a rimarcare Di Giosaffatte, premessa comune a tutti gli interventi – ma occorre attenzione altissima alla perimetrazione, affinché tenga conto del livello di antropizzazione e di sviluppo industriale delle zone interessate“. Non solo, anche del livello di “potenziale antropizzazione“. Insomma, non solo dovrebbe tener conto di quello che c’è, ma anche di quello che potenzialmente potrà esserci in futuro. Ma nessuno si dice contrario al Parco.
Un altro carico da 90 è poi giunto da Teodoro Calabrese, sempre della direzione di Confindustria, che non ha usato mezzi termini: “Questo Parco non sta nascendo per qualcosa, ma contro. Per esempio a Ortona per bloccare il centro oli”. Per non parlare della perimetrazione “firmata dagli ambientalisti“. Confindustria, comunque, dice di non essere contraria al Parco.
In tutto ciò, dall’amministrazione comunale, presente nelle persone dell’assessore Marco Marra e del consigliere comunale Domenico Molino, una timida difesa d’ufficio, soprattutto relativamente al coinvolgimento delle associazioni di categoria nella perimetrazione, che – in rapporto alla potenza di fuoco espressa da Assobalneari e Confindustria – è risultata piuttosto debole. Forse neppure loro si aspettavano un ritorno al passato così prepotente.
Dopo una piccola parentesi con l’intervento del sindaco di Torino di Sangro, l’avvocato Silvana Priori, che ha espresso ulteriori perplessità sulla perimetrazione, ma con contenuti più accomodanti, seppur evidenti, soprattutto relativamente alle norme di salvaguardia che “dovrebbero riguardare solo le aree degne di tutela”, le conclusioni sono state affidate a Ottavio Di Stanislao, che ha ribadito l’importanza della tutela delle imprese turistiche esistenti: “In un momento di recessione, se non vogliamo morire dobbiamo capire che occorre dare una diversa attenzione al mondo produttivo. Tra l’altro non tutti i problemi – ha concluso Di Stanislao, significativamente – si risolverebbero con una diversa perimetrazione“.
In sostanza, la posizione di Assobalneari e Confindustria è chiara: così com’è stato progettato con l’attuale perimetrazione, il Parco rappresenta la morte del tessuto produttivo regionale. Ma, secondo gli imprenditori, problemi ci sarebbero pure con una perimetrazione diversa. Nessuno, comunque, si dice contrario al Parco. Almeno ufficialmente.