“Dopo circa un mese dalla frana della balconata di Palazzo d’Avalos è ancora tutto fermo al palo, non si riesce a capire l’ammontare del finanziamento promesso (700mila euro) solo a parole, e ancora più grave, ad oggi, non risulta nessun atto ufficiale (delibera e/o determina) da parte della Regione Abruzzo dove si possa evincere da quale programmazione attingere i fondi, visto che le risorse sul bilancio corrente non ci sono, mentre per altri interventi, vedi Villa Celiera e Torino di Sangro, sempre urgenti ed indifferibili, sono state trovate quantomeno indicazioni specifiche risultanti dall’intervento del presidente D’Alfonso nell’ultimo Consiglio regionale del 10 febbraio”. A tornare sulla questione, dopo le prime polemiche relative alla delibera regionale riguardante il crollo che ha interessato un muro di contenimento della balconata dei Giardini napoletani di Palazzo d’Avalos (leggi qui l’articolo), il consigliere di Forza Italia, Mauro Febbo, che riparte all’attacco: “Dal 24 gennaio scorso, giorno della frana, è stata prodotta solo una fumosa delibera di Giunta, osannata dal sindaco Lapenna, nella quale si evidenzia soltanto la gravità della situazione, il valore artistico e storico del Palazzo d’Avalos, senza prevedere nemmeno un euro di stanziamento relativo all’emergenza che ha colpito la città di Vasto.
Per Febbo, “è incomprensibile che la triste vicenda non sia stata ancora delineata, soprattutto in termini finanziari, ed è necessario cercare di capire se possono essere accelerate le procedure, visto che tutta la documentazione risulta ancora in elaborazione presso gli uffici del Genio Civile, nonostante le rassicurazioni, sempre a chiacchiere, dell’assessore Mazzocca. Pertanto – è la conclusione del consigliere di Forza Italia – auspico che la Regione Abruzzo, magari spronata ed attenzionata anche dal sindaco Lapenna, quando tornerà dalla visita australiana, tenga fede agli annunci e alle promesse delle settimane scorse, portando avanti in modo celere il percorso più efficace per mettere in atto tutte le azioni (e quindi risorse) necessarie a restituire ai vastesi un luogo dall’alto valore storico e culturale, senza dimenticare le famiglie che abitano negli immobili interessati dalla frana”.