“Il 24 dicembre 2014 il Ministro Madia preannuncia quanto contenuto nel mille proroghe con un Tweet ‘prorogati i contratti ai precari nelle Province, nessuno perde il posto e si danno migliori servizi ai cittadini’. Di tutta risposta la Provincia di Chieti manda a casa i precari”. Scoppia la protesta dei lavoratori a tempo determinato, riuniti nel Coordinamento precari della Provincia di Chieti.
“Il 22 dicembre 2014 la Provincia di Chieti blocca i servizi specialistici presso i Centri per l’Impiego nonostante l’orientamento dello Stato al loro potenziamento.
Dopo la delibera di consiglio Provinciale del 18 dicembre 2014 con cui si prorogavano tutte le attività ed i relativi contratti dei precari, il lunedì seguente, lo stesso Consiglio provinciale revoca la precedente delibera in autotutela senza motivazione e senza che siano intervenute variazioni normative.
I precari, alcuni dopo 12 anni di servizio, tentano di analizzare la situazione con il neo Presidente della Provincia, Mario Pupillo, il quale ritiene, con il supporto dei funzionari della Provincia di Chieti, che la normativa vigente non è applicabile al nostro caso, che i pareri positivi della Funzione Pubblica non sono norma, ma la situazione potrebbe risolversi solo con un apposito Decreto Legge.
La quasi totalità delle Province Italiane ha fatto le proroghe visto il comma 429 del maxi emendamento alla Legge di Stabilità che permette di proseguire le attività nelle more della Delrio purché continuino ad esercitare queste funzioni. La Regione Abruzzo aveva già prorogato la delega delle funzioni esercitate dai Centri per l’impiego alla Provincia al 31/05/2015, con il relativo stanziamento delle risorse da utilizzare per la copertura dei contratti a tempo determinato. Con questa operazione la Provincia di Chieti ha interrotto il pubblico servizio nonostante abbia sottoscritto l’impegno a proseguire le attività con la Regione ed ottenuto i fondi necessari.
Il Consiglio Provinciale non ha compreso che queste scelte politiche, o la mancata assunzione di responsabilità, vanno contro la volontà di utilizzare le norme nazionali vigenti: il parere della funzione pubblica, esplicativa delle norme, chiarisce la possibilità di superare i 36 mesi di contratto come deroga alla normativa speciale per consentire la regolare erogazione del pubblico servizio. E’ comodo candidarsi per sedersi sulle poltrone senza prendersi le dovute responsabilità.
La collettività ci ha sempre considerato punti di riferimento per il territorio sia le aziende che i disoccupati hanno sempre avuto risposte chiare e veritiere da noi: solo chi lavora ogni giorno negli sportelli a contatto con i cittadini può capire.
Ne sono un piccolo esempio il numero delle richieste pervenute alla Regione da parte delle aziende e dei ragazzi del territorio relativo al programma Garanzia Giovani.
Chiediamo apertamente e pubblicamente ai nostri parlamentari regionali, al Presidente della Regione, di chiarire con i loro rappresentanti locali quanto accaduto e di intervenire tempestivamente per la risoluzione di un problema creato senza cognizione di causa.
Come se tutto ciò non bastasse il Consiglio dei Ministri ha predisposto una circolare contenente linee guida dettagliate nella quale si chiarisce che per garantire la continuità dei servizi la Provincia può prorogare i contratti.
L’ente, in risposta, continua a sospendere gli altri servizi nel momento in cui il contratto dell’istruttore direttivo incaricato a tale funzione supera i 36 mesi.
Se la normativa prevede una deroga speciale, ci chiediamo qual’è il recondito motivo alla mancata attuazione delle norme pur avendo nelle casse i fondi per la copertura degli stipendi considerando la destinazione vincolata degli stessi?”.
La Cisl – “L’anomalia della mancata proroga dei lavoratori a tempo determinato non è la sola”, sottolineano Gabriele Martelli e Vincenzo Traniello della Cisl. “La Provincia di Chieti in palese violazione di quanto previsto dalla legge numero 56 del 2014 (legge Del Rio), che obbliga le province a fotografare la situazione organizzativa e funzionale dell’Ente alla data del 4 aprile 2014, continua, attraverso decreti presidenziali, a modificare pretestuosamente e in maniera irragionevole il funzionigramma e l’assetto organizzativo dell’Ente, spostando personale e dirigenti da funzioni ad altre. Un ulteriore spregio alla norma citata e alle indicazioni venute fuori dall’Osservatorio regionale. La Cisl Fp chiede al Presidente della Provincia di sanare l’anomalia dei lavoratori a tempo determinato e di ripristinare il modello organizzativo vigente alla data del 4 aprile 2014, in modo da evitare che, nel trasferimento di funzioni e di attribuzioni di incarichi dirigenziali nelle more del trasferimento delle stesse ad altri enti, Regione o Comuni, i lavoratori interessati possano essere fortemente penalizzati. La Cisl Fp, in assenza di provvedimenti finalizzati a ripristinare, in maniera chiara, decisa e tempestiva, le condizioni di legalità, sia con riferimento ai lavoratori a tempo determinato e indeterminato che al funzionigramma, interesserà della vertenza la Regione Abruzzo e l’Osservatorio regionale”.