Un duro comunicato è stato diramato dalla segreteria provinciale dei Cobas, che denuncia un licenziamento alla Denso di un proprio iscritto, per motivi giudicati “pretestuosi”, ovvero “non avere risposto ad una contestazione di addebito” ed “essersi messo in infortunio senza averlo denunciato”.
Per il sindacato queste due motivazioni contestate dall’azienda sono pretestuose poiché “Mario non ha risposto alla contestazione, perchè non ha mai ricevuto la relativa raccomandata, ma evidentemente in Italia solo la dirigenza Denso non è sfiorata dall’idea che si possano verificare disservizi alle Poste, pur se nell’altra raccomandata annunciante il licenziamento, che Mario ha regolarmente ricevuto e ritirato, era di nuovo acclusa la medesima contestazione disciplinare. Non era più semplice per i 21 tra direttori e funzionari dirigenti della Denso chiedere in fabbrica direttamente a Mario per quale motivo non avesse risposto alla contestazione? Evidentemente volevano incastrarlo, non ci sono altre parole”.
E pretestuosa, per i Cobas, sarebbe anche la seconda motivazione, “in quanto lo stesso direttore delle risorse umane ammette che, quando Mario ha cominciato a star male, ha avvertito il suo capo; però poi sostiene che del suo infortunio non c’è traccia, anche se si contraddice affermando che le richieste di approfondimenti specialistici da parte di Mario in infermeria (quindi qualcuno lo ha visitato) erano eccessivi. E la direzione aziendale è sconcertante quando arriva a sindacare sui malori e sul certificato medico presentato da Mario e rilasciato dall’Ospedale di Vasto con cui si attesta l’infortunio in corso”.
Per questo, per la segreteria provinciale del sindacato, “siamo di fronte ad un vero e proprio sopruso nei confronti di Mario Menna, che purtroppo alla Denso non è il primo e molto probabilmente non sarà l’ultimo, se i lavoratori non si mobilitano in difesa del loro compagno di lavoro e non rivendicano il suo immediato rientro in fabbrica. Già in passato i Cobas hanno denunciato l’arroganza della nuova dirigenza Denso, il suo disprezzo per i diritti dei lavoratori, la sua ottusità nel negare le libertà e l’agibilità sindacale in azienda, mentre aumentavano ritmi, turni, carichi di lavoro, multe, assurde richieste ai lavoratori di risarcimento danni, e la flessibilità saliva alle stelle. Il comando padronale alla Denso si esercita attraverso il supersfruttamento dei lavoratori. A tutto questo si è opposto, con la sua appartenenza ai Cobas, Mario Menna e per questo era ed è scomodo per i rampanti magnifici 21. Il suo licenziamento, per eventuali futili infrazioni, in realtà copre le vere intenzioni della dirigenza Denso: sbarazzarsi dei lavoratori sindacalizzati, che rivendicano i propri diritti per sé e per tutti. Invitiamo perciò tutti i colleghi di lavoro della Denso e non solo a mobilitarsi per impedire questa vergogna antisindacale e lesiva della dignità di ogni lavoratore. Vogliamo che Mario Menna sia subito reintegrato alla Denso!”.