“Da anni la sanità Abruzzese è in piano di rientro e cerca affannosamente di uscire dal commissariamento. Per raggiungere l’obiettivo si è tagliato di tutto, dalle guardie mediche nelle aree interne, ai piccoli ospedali come quello di Gissi e posti letto negli ospedali di Vasto e Lanciano, e si sono ridimensionati notevolmente i piccoli ospedali di Guardiagrele, Casoli Atessa e Ortona. Questa politica di tagli non ha salvato neanche la sanità privata convenzionata, anch’essa oggetto di tagli di risorse e posti letto. Insomma tutta la sanità Abruzzese ormai da anni è attraversata da uno tsunami di tagli che ha colpito sia i cittadini che i lavoratori, ma anche gli imprenditori del settore”. Sono gli uffici della Cgil aziendale della Fondazione Padre Alberto Mileno di Vasto Marina a tornare ancora una volta sulle problematiche relative al settore della sanità che attanagliano la struttura.
“I tagli finora effettuati – rilevano dalla Cgil – non hanno fatto bene alla salute della sanità Abruzzese, anzi al contrario hanno penalizzato soprattutto le strutture private, soprattutto quelle strutture che hanno investito ingenti risorse per ammodernare la struttura, formare il personale acquistare nuovi macchinari, etc. Queste strutture stanno sull’orlo della crisi anche per colpa dei ritardi con cui le Asl di Abruzzo, Molise e Puglia rimborsano le prestazioni, regolarmente erogate. E a pagare il prezzo di un sistema sanitario regionale che presenta grosse difficoltà sono in primis i cittadini che si vedono costretti a rivolgersi fuori regione per ricevere le cure riabilitative, ma anche i dipendenti che stanno soffrendo la grave crisi: é bene ricordare che il settore riabilitativo in Abruzzo da lavoro a migliaia di addetti e dunque le strutture duramente provate si vedono costrette a non pagare con regolarità gli stipendi e in alcuni casi anche a licenziare i dipendenti. Oggi ci sono alcune strutture in cui i lavoratori non hanno ancora ricevuto lo stipendio di dicembre e la tredicesima mensilità, altre strutture hanno comunicato ai sindacati l’esubero di personale, un caos che vede dunque lavoratori e malati pagare un prezzo troppo alto. […] Come Cgil aziendale della Fondazione Padre Alberto Mileno di Vasto siamo preoccupati e chiediamo all’assessore alla sanità, al Governatore D’Alfonso e ai manager delle Asl, di trovare una soluzione urgente sulla crisi che ha colpito le strutture sanitarie private convenzionate e i centri di riabilitazione e che venga trovata una soluzione urgente che consenta il pagamento delle prestazioni erogate dalle strutture e degli stipendi del personale, e che scongiuri il rischio che le strutture lascino i lavoratori in mezzo a una strada”.
Lo stesso sindacato poi denuncia che “non è solo la Casa di Cura San Francesco di Vasto ad avere problemi del genere, ma come apprendiamo dai media, anche la Fondazione Piccola Opera Caritas, che ha centri di riabilitazione anche a Chieti, pare abbia dichiarato ai sindacati gli esuberi dei dipendenti, denunciando i continui tagli operati dal 2008 da parte della politica Regionale, che hanno provocato perdite importanti per la struttura. E ancora, l’Istituto Santa Caterina di Francavilla (Chieti), convenzionato dal 1980 con la Regione Abruzzo come centro di riabilitazione per neurolesi e mutolesi, che ha subito pesanti tagli in questi anni. Ancora sono in crisi anche i centri di riabilitazione Sanstefar, ben 22 in tutto Abruzzo, dove sono 300 i dipendenti che a dicembre non hanno ricevuto lo stipendio e la tredicesima. Queste strutture riabilitative che stanno vivendo delle difficoltà, secondo noi sono solo la punta dell’iceberg. Le strutture private convenzionate oggi sono entrare in sofferenza, perché la politica non è intervenuta sui contenziosi con le Asl, sui ritardi con cui le stesse pagano i crediti delle prestazioni regolarmente effettuate dalle strutture riabilitative. Non è possibile che ogni volta che si cambia maggioranza politica regionale, si cambiano le carte in tavola a gioco iniziato, mettendo in grave difficoltà diverse strutture riabilitative, non è possibile che un imprenditore che, per applicare la legge investe milioni di euro per ammodernare le strutture, formare il personale, acquistare nuovi macchinari, poi si trovi punto a capo”.
E preoccupazione arriva anche dalla Uil-Flp, con i segretari aziendali, Domenico Fecondo e Camillo Di Felice che scrivono al direttore generale della Asrem, il dottor Mauro Pirazzoli, per riportare l’attenzione sui crediti che la fondazione vanta nei confronti dell’ente.
“I crediti sopra citati, – scrivono dalla Uil-Fp – a detta della Fondazione, nel tempo sono talmente lievitati da metterla nelle condizioni di non poter scontare piu? le fatture in banca per ottenere anticipazioni di cassa, per cui i dipendenti dal mese di agosto non riescono a percepire regolarmente lo stipendio, accumulando addirittura due mensilita? piu? la tredicesima. L’incontro sin dall’inizio ci era apparso molto proficuo e sebbene, piu? volte, Lei abbia sottolineato alcune incongruenze rispetto alle aspettative della Fondazione, come sindacato, nel corretto ruolo di super partes, preso atto di quanto Lei sosteneva in netto contrasto con i dati in nostro possesso, abbiamo responsabilmente auspicato un urgente incontro chiarificatore tra le parti contendenti, al fine che queste discordanze venissero definitivamente chiarite fino a trovare soluzioni condivise. Ad ogni modo la nostra proposta e? stata accolta favorevolmente, tant’e? vero che, da subito, si e? reso disponibile ad incontrare la Direzione della Fondazione entro la fine di gennaio u.s.. Ci dispiace rilevare che, a tutt’oggi, non e? stato onorato l’impegno preso, da parte di un rappresentante di un delicato settore delle istituzioni, quale la sanita?, lasciando inalterato il problema sostanziale fino ad aggravare ulteriormente la gia? pesante situazione, con conseguenze drammatiche per l’utenza e i lavoratori che si vedono ignorare le legittime speranze. Siamo ancora convinti che in questo contesto particolarmente difficile della nostra realta?, e? opportuno confrontarsi, tuttavia ci chiediamo e le chiediamo come mai rispettando i valori della correttezza e della trasparenza o percorrendo le vie istituzionali non si riesce ad avere risposte chiare; per quale motivo bisogna ricorrere a manifestazioni di piazza o altro per risolvere certe inadempienze, nonche? il mancato rispetto del notorio patto tra galantuomini. Noi, come sindacato e lavoratori, – concludono dalla Uil-Fp – come gia? detto siamo al di sopra delle parti, non vogliamo parteggiare o andare contro nessuno, vogliamo solo che si faccia chiarezza e che nell’immediato si possa addivenire ad un percorso condiviso che risolva il pregresso, evitando contenziosi inutili e costosi che si riversano sulla gia? flagellata comunita?. Attendiamo che sia dato corso con urgenza alla promessa data, solo cosi? si potra? ridare speranza al futuro e continuare ad operare tranquillamente in sinergia per portare avanti la nostra missione”.