È il 18 febbraio il termine ultimo per presentare le domande relative al bando per la selezione del nuovo comandante della polizia municipale, che dovrà succedere a Orlandino Carusi, non più disponibile a ricoprire quel ruolo. Nonostante le pressioni del sindacato, che aveva chiesto al sindaco di prevedere il riconoscimento dei titoli di studio come la laurea nell’attribuzione dei punteggi, però, il nuovo bando già suscita perplessità nell’ambiente politico dell’opposizione.
Precisamente è Davide D’Alessandro, che già si era cimentato con l’intuizione sulle nomine per le posizioni organizzative, a confermare che pochi dubbi ci sono anche su quest’altro fronte: “Avendo una certa esperienza sui bandi e sugli avvisi dell’amministrazione Lapenna, nel senso che riesco a indovinare i vincitori con largo anticipo, non poteva certo sfuggirmi quello relativo al nuovo comandante dei vigili urbani. Il timore che avevo manifestato ha trovato corrispondenza nella lettura del testo”.
Per D’Alessandro, intanto, il bando “presenta un vizio d’origine: chi indice è il dirigente Enzo Marcello, al centro delle polemiche scatenate dai vigili stessi quando, sotto alle finestre del Comune, hanno urlato al sindaco di ripristinare la legalità con un altro dirigente, che avesse la divisa”. Ma non è questa l’unica critica mossa dal consigliere di opposizione: “Il testo si avvale anche della discrezionalità e, cosa di non poco conto, elimina la prerogativa della laurea e della gerarchia presente nel Corpo. Sono escamotage per arrivare ad indicare il vigile più gradito all’amministrazione e non chi avrebbe i maggiori e migliori requisiti. Il nome del vincitore l’ho già indicato. Aspetto l’ufficialità. Ma, anche in questo caso, averlo indovinato in anticipo non susciterà nessun clamore. L’amministrazione Lapenna continua a operare con protervia e arroganza. Un consigliere comunale può opporsi, denunciare le clamorose storture, ma non può andare oltre. Non ne ha il potere”.