Un giocatore in piena ascesa nei palcoscenici calcistici nazionali, quest’anno impegnato con il suo Carpi in serie B. Stiamo parlando di Roberto Inglese, nato a Lucera ma vastese d’adozione, cresciuto prima alla Pgs e alla Virtus Vasto, poi nel settore giovanile del Pescara Calcio dal 2000. Attaccante con il fiuto per il gol, Inglese sta portando avanti una stagione davvero positiva, conquistandosi, partita dopo partita, più minuti in campo. Sei reti sin’ora messe a segno ed un primato di squadra che sta proiettando il Carpi verso un obbiettivo sul quale ad inizio stagione in pochi confidavano: vincere il campionato. In vista delle prossime sfide importanti e per conoscere meglio gli orizzonti futuri sui quali punta il giovane Inglese, lo abbiamo contattato per una chiacchierata.
Il cammino tuo e del Carpi in questa stagione sin’ora è davvero positivo. Siete primi a 49 punti, con un vantaggio di otto punti dall’inseguitrice Bologna. A inizio stagione, dopo poche partite, dicesti:”Dobbiamo guardare una partita alla volta e raggiungere subito la salvezza, poi vediamo cosa si riesce a fare”. Vi aspettavate di poter essere la capolista del campionato?
Sinceramente credo che oramai non siamo più una sorpresa. I punti di vantaggio sia sulla terza che sulla seconda non sono pochi, anche se mancano parecchie partite e noi ce la metteremo tutta fino alla fine per centrare quest’ obiettivo che ad inizio stagione sembrava inaspettato ma che adesso si sta trasformando pian piano in realtà.
Nove vittorie portate a casa, di cui sei portano la tua firma. Hai segnato sei reti in sedici partite nelle quali sei stato impiegato. Ti senti soddisfatto?
Non posso lamentarmi. È normale che a tutti piacerebbe giocare titolare, però fin quando continuiamo a stare primi vincere e continuo a fare il mio dovere quando vengo chiamato in causa, va più che bene.
Guardando al tuo passato è inevitabile parlare degli anni pescaresi. In un’intervista dopo la vittoria contro il Lanciano, alla domanda del giornalista sulla scelta della società biancoceleste di darti al Chievo, hai detto: “Hanno fatto uno scambio che non c’era nè in cielo, nè in terra. Un trentaseienne per un ‘91. Si vede che il destino mio era questo’” Possiamo dire che alla fine, è stato meglio così?
L’ho detto in passato e lo riconfermo adesso. Da tifoso e giocatore del Pescara qual’ero, rimasi un po’ deluso per avermi lasciato andare via così facilmente dopo tutti quegli anni di settore giovanile e in prima squadra, però credo che se adesso sono arrivato fin qui è anche merito di quella situazione, quindi va bene cosi.
Pescara la porti comunque nel cuore, hai anche detto di sperare in una sua vittoria del campionato al più presto, visto che è “una piazza che merita la serie A”. Ci puoi raccontare come arrivasti nel settore giovanile del Pescara Calcio?
Partii da piccolissimo dalla Pgs con il mister Michele La Verghetta, a cui devo molto, per poi passare alla Virtus Vasto con Lucio Rullo, anche lui fondamentale nel mio cammino, fino a fare un’amichevole contro i giovanissimi del Pescara. In quell’occasione fui notato e pochi mesi dopo mi acquistarono dalla Virtus Vasto. Sono stato 5 anni a Pescara tra settore giovanile e prima squadra, esordendo in tutte le categorie (Lega Pro e serie B) per poi passare al Chievo nello scambio di cui abbiamo parlato in precedenza. Poi sono seguiti i tre anni al Lumezzane in Lega Pro e ora la grande avventura con il Carpi.
Da quanto manchi a Vasto?
Non sono nato a Vasto ma praticamente e come se lo fossi. È dal 2000 che mi sono trasferito e appena ho un pò di tempo libero cerco sempre di scendere. Sopratutto l’estate mi piace fare del partitine con i miei più cari amici, mi fa ritornare bambino.
Quando torni, qual è il posto della città in cui ami passare maggior tempo?
Vasto Marina è il posto che amo più di tutti. Sia in inverno che in estate, quando torno cerco sempre di fare una passeggiata li. Mi mette serenità.
Tornare in serie A rimane il tuo sogno?
Arrivare in serie A è il sogno di tutti i bambini che iniziano a giocare a pallone. Ho potuto fare solo due panchine due anni fa ed è stata già un’emozione unica, perciò spero di ritornarci al più presto e di giocarci.
Torniamo al Carpi e al campionato. Domani sarete impegnati a Trapani, poi Spezia e Entella fuori, Pro Vercelli in casa e l’Avellino in trasferta. Quali di queste cinque squadre temi di più?
La serie B è un campionato difficilissimo in cui non ci sono partite difficili e partite facili. Le prossime cinque partite, a partire da quella di domani a Trapani, secondo me sono fondamentali per il nostro cammino e se le affrontiamo e ne usciamo in maniera giusta il nostro obiettivo sarà molto più vicino”
Curiosità: è l’81esimo minuto della partita pre-natalizia con il Catania. Ricevi palla spalle alla porta, ti giri, calci, segni ed esulti andando verso la telecamera, mandando un bacio verso di essa. Verso chi era indirizzato quel bacio?
Il bacio dopo il gol di Catania era per Noemi, la mia ragazza che è da due anni che mi sta vicino, ma sopratutto mi sopporta.
Voci di corridoio – magari anche non vere – dicevano che in un determinato periodo della stagione hai pensato di andare via, viste alcune richieste. Verità o bugia?
Ci sono state delle richieste, anche date dal fatto che non stavo giocando, ma non ho mai pensato di andar via perchè mi hanno fatto sentire sempre importante anche se non giocavo.
Hai detto in più occasioni di essere un giocatore versatile e che ti trovi bene sia come prima punta che come seconda. Ma con quale compagno di attacco preferisci giocare oggi?
La verità? Preferisco giocare da solo. Amo il 4-3-3 con un unica punta centrale, mi fa sentire libero ma allo stesso tempo pieno di responsabilità poiché sei solo lì davanti.
Possiamo dire che il Lumezzane è stato il tuo banco di prova ed il Carpi, oggi, è il tuo trampolino di lancio?
Al Lumezzane ero giovanissimo, mi sono trovato veramente bene in quei tre anni e quell’esperienza mi ha permesso di crescere e di fare il salto di categoria. Spero che la stessa cosa accada anche qui a Carpi. Continuare a far bene e ambire alla massima serie, questo il mio obiettivo primario.
La soddisfazione più grande che sei riuscito a toglierti e che non dimenticherai?
La soddisfazione più grande spero di togliermela quest’anno. Ne riparleremo a fine stagione…