Sottoterra c’è un altro pozzo. Fino ad ora sconosciuto. Un serbatoio di raccolta delle acque al di sotto dei giardini di Palazzo d’Avalos. “E’ così – rivela Marco Marra, assessore ai Servizi del Comune di Vasto – nei giardini abbiamo individuato un nuovo pozzo di raccolta delle acque, fino ad ora non tracciato nelle carte. Gli uomini dell’ufficio servizi, smantellata parte della pavimentazione, lo hanno trovato seguendo la canalizzazione delle caditoie. Il pozzo era colmo a metà”.
Ieri, in un’altra giorbata di maltempo, i teli di plastica sistemati sul ciglio del muraglione di contenimento parzialmente franato hanno evitato ulteriori smottamenti. Ma sono slittati i sondaggi del terreno disposti dal direttore del Genio civile, Emidio Primavera. Ma la scadenza fissata dalla Regione è domani: “Entro venerdì – spiega Marra – il dipartimento del Genio civile dovrà redigere la relazione tecnica per far stanziare i soldi necessari alla messa in sicurezza della zona”. Il documento conclusivo delle verifiche stabilirà se è congrua la cifra di 700mila euro richiesta dal Comune di Vasto.
Intanto, nei giardini di Palazzo d’Avalos hanno eseguito un sopralluogo anche i tecnici della Telemaco, l’impresa cui è affidato il monitoraggio della Loggia Amblingh: “Predisporranno strumenti di rilevazione – dice Marra – agli angoli dell’edificio, specie in corrispondenza del fronte nordest, quello ferito dalla frana di sabato scorso”.
Ieri la Giunta regione ha approvato una delibera in cui qualifica come lavori di “somma urgenza” gli interventi per preservare la storica residenza marchesale dal rischio frane e riconosce “il valore storico, monumentale, artistico e culturale di Palazzo d’Avalos di interesse regionale”.
“Il presidente D’Alfonso aveva preso un impegno preciso nel corso del suo sopralluogo presso il Palazzo d’Avalos e questa delibera ha trasformato le sue parole in una concreta realtà”, commenta Luciano Lapenna, sindaco di Vasto. “Nel corso degli anni sono state numerose le sollecitazioni rivolte alla precedente Giunta regionale sullo stato di salute del Palazzo d’Avalos, più volte le nostre lettere e i nostri progetti di recupero, visibili ai cittadini presso gli uffici comunali, sono rimasti senza alcuna risposta e senza alcun riscontro. Oggi, invece, possiamo contare in una Regione amica della nostra città e la delibera numero 54 ne è una prova concreta”.