L’immagine del muro di contenimento crepato a Palazzo d’Avalos (articolo-foto-video) è come una ferita aperta nel cuore della città. Se dai tecnici ieri sono arrivate ampie rassicurazioni sulla tenuta della dimora marchesale, che in un primo momento si era addirittura temuto di dover evacuare, è evidente che quanto accaduto ieri sia ben più di un campanello d’allarme sulla ormai nota situazione vastese.
Nello specifico del muro che affaccia su via Porta Palazzo, però, c’erano stati già dei segnali di criticità. Li aveva evidenziati già nel 2010 l’architetto Francescopaolo D’Adamo, ex assessore comunale alla Cultura. Di questo allarme c’è traccia anche nel web, con un post sul suo blog (clicca qui).
Il 4 febbraio 2012, durante le abbondanti nevicate che ricoprirono la città, le colonnine e la ringhiera di protezione della balconata vennero giù, trascinate dalla forza di un albero caduto. Il punto del crollo è esattamente lo stesso in cui ieri il muro ha ceduto. Anche in quella circostanza, fortunatamente, non ci furono danni alle abitazioni sottostanti e alle persone. Ma l’occasione servì per rilanciare l’allarme sulla necessità di controlli della tenuta del muraglione.
Era stato il consigliere comunale di Progetto per Vasto, Massimo Desiati, a scrivere al sindaco il giorno dopo il crollo. “Buonasera, Sindaco. Sono convinto Tu ne sia già a conoscenza ma Ti segnalo l’evidente crepa che si è aperta, e che sembra ampliarsi, sul lato del muraglione di Palazzo d’Avalos, in corrispondenza dei Giardini, laddove la balconata ha ceduto nella giornata di ieri. Nel caso non si fosse già provveduto, ritengo opportuno un sopralluogo urgente“.