Non è bastato il cambio di rotta della maggioranza, ormai orientata a bocciare il cambio di destinazione d’uso al Molino Village, a placare le polemiche sull’argomento. Questa mattina, Riccardo Alinovi, referente locale dell’associazione Codici, e Stefano Moretti, dell’Aia, l’osservatorio antimafia d’inchiesta, hanno tenuto una conferenza stampa per dire un forte no a eventuali sanatorie o cambi di destinazione d’uso per la struttura.
Secondo l’interpretazione di Alinovi, infatti, la legge sarebbe inapplicabile: “Eventualmente si potrebbe cambiare rispetto a una struttura turistica e farla diventare residenziale, ma il Molino Village non è mai stato turistico, è nato direttamente così”, sostengono i referenti locali delle due associazioni.
Sul piano politico, poi, Alinovi e Moretti chiedono le dimissioni di Domenico Molino dalla presidenza della commissione Assetto del territorio del Consiglio comunale: “Non è possibile che il presidente della commissione sia in disaccordo e in minoranza rispetto al partito che gli ha dato quell’incarico, Molino deve dimettersi”.
Strali, però, anche contro parti della minoranza “colpevoli” da un lato di chiedere legalità e il pagamento dei tributi da parte di tutti i cittadini, e dall’altro sarebbero favorevoli a quell’operazione di cambio di destinazione d’uso.
Per Alinovi e Moretti, dunque, nessun cambio di destinazione d’uso: “In questi casi la legge prevede l’acquisizione da parte dell’ente o la demolizione”, altre strade sono precluse, secondo i rappresentanti delle due associazioni.
A rilanciare le preoccupazioni sull’assetto del territorio, anche gli ultimi eventi che hanno coinvolto Palazzo d’Avalos, con la frana di un muro di contenimento che affaccia su via Porta Palazzo (qui l’articolo): “Speriamo non si arrivi al peggio, la zona va monitorata costantemente” suggerisce Alinovi, mentre Moretti rincara la dose contro la politica: “Vasto è una città distrutta e le responsabilità sono della classe politica, passata e attuale”.