“Non sono io che devo fare la battaglia sulla legalità del bando” e “non sono io quello che deve incaponirsi con Tar, Consigli di Stato e Procure della Repubblica, ma soprattutto non sono io a volere un lavoro in cui mai sono stato voluto”. Rocco Pugliese Eerola spiega perché ha rinunciato ad appellarsi al Consiglio di Stato dopo l’annullamento del concorso in cui era stato nominato direttore artistico del Teatro Rossetti di Vasto, incarico che è tornato al compositore vastese Raffaele Bellafronte.
Quest’ultimo era stato inizialmente escluso dalla selezione per via di una clausola del bando di gara che vietava la partecipazione a chiunque avesse riportato condanne penali. Pesava, dunque, la sentenza passata in giudicato per diffamazione. Sostenendo che il bando del Comune di Vasto oltrepassasse i limiti stabiliti dalla legge Severino in materia di incandidabilità, Bellafronte aveva presentato ricorso al Tar di Pescara, ottenendo la sospensiva e la riammissione al concorso. A seguito del colloquio, la commissione esaminatrice lo ha ritenuto vincitore e gli ha riaffidato il Teatro Rossetti.
Pugliese Eerola lo scorso 6 dicembre aveva tenuto una conferenza stampa al vetriolo in un bar di piazza Barbacani, davanti al municipio di Vasto, annunciando di voler ricorrere al Consiglio di Stato.
Il regista e scenografo originario di Helsinki e residente nel Viterbese spiega perché ha cambiato idea, rinunciando al secondo grado di giudizio: “Ho sbagliato credendo che un bando pubblico nazionale sarebbe stato lontano da ombre, intrighi, chiacchiere e del tutto estraneo agli amici della parrocchietta. Ho sbagliato a credere che un teatro da meno di 170 posti sarebbe stato un interessante percorso da intraprendere, ma ho capito che lo è soltanto per chi non ha null’altro di buono da fare. Ho sbagliato a pensare che, una volta diventato direttore artistico sarei stato almeno contattato e tutelato da coloro che mi avevano scelto”.
Inoltre, “non voglio entrare in nessun gioco al massacro in vista delle prossime elezioni”, sottolinea Rocco Pugliese Eerola, lanciando una stoccata al Pd di Vasto che, in un comunicato stampa diramato prima della sentenza del Tar, aveva espresso solidarietà a Bellafronte, manifestando apprezzamento per il suo operato da direttore artistico del Rossetti.
Con amarezza, il regista laziale annuncia che “non entrerò in nessun altro teatrino per arrivare ad un teatrino che non voglio. Ho una carriera artistica da portare avanti. Sono abituato a gestire più di 170 (artisti e non spettatori) in una sola serata, e non elemosinare un biglietto teatrale con concertini, ricchi premi e cotillon. Sono convinto che avrei vinto il ricorso al Consiglio di Stato al 99 per cento, ma avrei rinunciato al contratto perché sarebbe stato incongruo lavorare con la situazione che si è creata. Decido di finirla qui e di continuare a fare quello che ho sempre fatto senza bisogno di sotterfugi, amici, partiti, silenzi, compromessi e promesse”.