“La Legge di Stabilità che abbiamo approvato non è favorevole alle pensioni d’oro, ma è l’esatto contrario”. Lo afferma Maria Amato, deputata del Partito democratico. La vicenda degli assegni pensionistici a molti zeri torna a infiammare il dibattito politico dopo le critiche ai parlamentari abruzzesi che hanno approvato la manovra presentata dal Governo.
“La legge di stabilità prevede un taglio alle pensioni piu’ alte ed e’ questo che abbiamo votato.
Un emendamento del Pd, del relatore approvato in Commissione bilancio ha stabilito un tetto alle pensioni cosiddette d’oro maturate con oltre 42 anni di contributi, che non potranno eccedere l’importo che sarebbe stato liquidato secondo le regole di calcolo vigenti prima dell’entrata in vigore della riforma Fornero. Questo varrà sia per gli assegni già in pagamento, sia per le pensioni a partire da gennaio 2015.
In più nella legge di Stabilità c’e’ un’altra significativa correzione alla legge Fornero che elimina la penalità per chi va in pensione prima dei 62 anni dal 2015 al 2017.
Ovvio parliamo di un argomento estremamente tecnico e delicato approfondito attraverso numerose audizioni nelle Commissioni di merito.
Nel corso del dibattito alla Camera sui tagli alle cosiddette pensioni d’oro, più voci hanno sostenuto che non è possibile attuare un provvedimento per eliminare le discriminazioni, o sanare svantaggi subiti, perché non sarebbe possibile valutare in che misura le pensioni oggi percepite si discostano dai contributi versati nell’intero arco della vita lavorativa. Si colpirebbe nel mucchio. Con interventi arbitrari, verrebbero tagliate molte pensioni indipendentemente dai contributi versati, portano a risparmi di qualche decina di milioni, una cifra per una piccola comunita’ ma irrisori riferiti al bilancio dello Stato e, come gli interventi varati dal Governo Monti, sembrano essere fatti apposta per essere bocciati dalla Consulta. Questa è la ragione per cui si è giunti ad approvare la norma odierna.
Secondo me, una cosa giusta sarebbe chiedere un apporto di equità basato sulla differenza tra pensioni percepite e contributi versati, limitatamente a chi percepisce pensioni d’oro, salvaguardando chi ha lavorato una vita con impegno, sacrificio e dignità, rifuggendo l’indolenza, l’ozio e una vita da perdigiorno.“.