Anche quest’anno, a Gissi, presso l’istituto San Francesco si è svolta la rappresentazione del presepe vivente: “Il re poverello”, in un contesto particolarmente suggestivo e commovente con circa trecento figuranti, grazie all’impegno degli ospiti, degli operatori, ragazzi del servizio civile e volontari. Tutti hanno curato minuziosamente le scene, gli addobbi, le luci, la musica e quant’altro è servito alla buona riuscita della manifestazione. Manifestazione particolarmente suggestiva, dove gli operatori hanno dato il meglio, tutti indistintamente, dove ognuno ha dato spazio, a secondo delle varie attitudini e diverse capacità.
Il tutto nonostante le varie difficoltà che in questi ultimi mesi affliggono i lavoratori, delle strutture varie della Fondazione, per motivi oramai ben noti, hanno lasciato i propri problemi al di fuori del cancello lavorando alacremente per la buona riuscita, mettendo insieme quelli che sono i loro obblighi professionali e ciò che oramai è diventato un appuntamento annuale, questo li gratifica particolarmente, a dispetto di chi non considera i lavoratori come risorse ma un peso.
Altra nota positiva, la principale, è il coinvolgimento di tutti gli ospiti della struttura, nessuno escluso, nessuno è rimasto indietro o ultimo, ad ognuno è stato dato un ruolo, ognuno è stato responsabilizzato nella parte che doveva svolgere cercando di valorizzare le particolari attinenze, nonostante su alcuni di essi si abbatterà la crudeltà delle istituzioni che li vedrà dimessi in quanto, a dire delle unità di valutazione, fuori setting, provate ad immaginare il trauma che avranno nel vedersi sradicati, da quella che ormai era diventata la loro famiglia la loro casa, e portati in una struttura nuova.
Quest’anno per la prima volta, tra le tante autorità assenti, è venuto a farci visita sua eccellenza Monsignor Bruno Forte il quale è rimasto particolarmente colpito e lo ha sottolineato nel suo saluto, a sua eccellenza è anche stato fatto presente le difficoltà presenti e ciò che potrebbe riservare il futuro sia per gli ospiti che per i lavoratori se la politica non attua la ridistribuzione dei posti letto in modo tale che i pazienti non vengano dimessi ma possano continuare a rimanere nella struttura anche con un setting assistenziale diverso, in pratica attuare un principio dei vasi comunicanti.
L’arcivescovo è stato accolto dalla referente del sito che nel suo saluto di benvenuto ha detto, riprendendo una frase di Papa Francesco: “Non dimenticate che il vero potere è il servizio, bisogna custodire la gente, avere cura di ogni persona…. con amore. Specialmente di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore”. “È questo che facciamo ogni giorno, con il nostro umile servizio cerchiamo di portare al centro LORO, le persone di cui abbiamo il privilegio di occuparci, tutto cio’ che stasera vedete realizzato, fa parte di un percorso riabilitativo quotidiano svolto nella nostra struttura”. Nell’occasione è stato allestito un mercatino di prodotti vari, frutto del percorso riabilitativo nel ramo della terapia occupazionale che viene svolto quotidianamente. Nel saluto finale si auspica che possano essere considerati, nelle valutazioni di chi è preposto, anche l’aspetto umano e non solo il freddo aspetto numerico ed economico.
C.D.F.