È stato il sindaco di Vasto a firmare lo scorso 19 dicembre l’ordinanza di chiusura della casa di riposo che, secondo i Nas non è in regola. Gli otto anziani ospiti, per ora, restano al caldo, in attesa delle contro deduzioni della società Iris, certa di essere a posto dopo il via libera del Suap. Hanno due mesi di tempo i gestori della struttura comunitaria “Santa Lucia”, in via Silone, per impugnare al Tar l’ordinanza di chiusura arrivata dopo il rapporto dei carabinieri del Nas di Pescara, che sul posto hanno effettuato un sopralluogo poco più di un mese fa, a far adottare la drastica misura al primo cittadino. Proprio alla visita dei militari si rifà l’ordinanza a firma di Lapenna: “Al momento del sopralluogo sarebbero state riscontrate violazioni alle disposizioni normative in ambito sanitario e amministrativo, sia per mancanza di titoli autorizzatori specifici per la conduzione dell’attività, sia per la non corrispondenza degli ambienti alle disposizioni di legge”.
Sta scritto, tra l’altro, nell’ordinanza pubblicata all’albo pretorio: “Il sindaco ordina la chiusura e diffida la società a esercitare nella struttura qualsiasi attività in assenza delle autorizzazioni”. Provvedimento, ricorda l’ordinanza, definitivo e impugnabile solo con ricorso al Tar entro 60 giorni o al Capo dello Stato entro 120 giorni. Decorso, inoltre, il termine concesso per il trasferimento degli ospiti senza che si sia ottemperato, si provvederà alla segnalazione all’autorità giudiziaria. La struttura comunitaria “Santa Lucia” è stata inaugurata e aperta quest’anno in un fabbricato al quartiere San Paolo dove si trovano uffici legali, una società del gas e uno studio condominiale.
L’ispezione da parte dei militari del nucleo antisofisticazioni era giunta dopo un dettafliato esposto, in cui si chiedeva la verifica delle autorizzazioni e cambio di destinazione d’uso dell’immobile, gestito dalla società Iris. Le titolari sono certe della correttezza del loro operato. “La struttura non chiude – dice la titolare al quotidiano Il Messaggero – gli ospiti restano qui”. La società Iris è assistita dall’avvocato Corrado Squadrone, che al Messaggero spiega: “Le carte sono a posto, comprese quelle della Asl. Le mie assistite danno l’anima per gli anziani e hanno investito i loro risparmi in quest’avventura in buona fede. Devono essere gli enti – conclude – a dialogare tra di loro prima di bloccare la libertà d’impresa”.