Nel 2015 cadrà il decennale della dismissione della ex ferrovia adriatica. Il 27 novembre 2005, infatti, l’ultimo treno, un regionale Pescara-Termoli, percorreva la strada ferrata che si snodava lungo la costa, a due passi dal mare, sostituita dal giorno successivo dalla nuova linea ferroviaria. Sulla carta, il Parco nazionale della Costa teatina, pensato per tutelare la fascia costiera da Ortona a San Salvo, esiste da quasi 14 anni. Da quando il Parlamento approvò la legge istitutiva, la numero 93 del 2001. Ma già nel 1997, su proposta del senatore Angelo Staniscia, la Costa teatina era stata inserita nell’elenco delle prioritarie aree di reperimento ai fini della realizzazione di parchi nazionali.
Ma è tutto fermo, perché da anni Comuni e Regione non riescono a trovare un accordo su quanto debba essere grande l’area sottoposta a tutela ambientale. In assenza di una seria proposta di perimetrazione da inviare al Ministero dell’Ambiente, il Governo Renzi ha ordinato il commissariamento.
Nello scorso mese d’agosto, è stato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, a nominare commissario del Parco della Costa teatina Giuseppe De Dominicis, ex presidente della Provincia di Pescara.
Intanto, nell’area della ex ferrovia, spuntano discariche abusive. Le foto si riferiscono a cumuli di rifiuti abbandonati a Vasto Marina, nella zona prospiciente il Monumento alla Bagnante. Conseguenze dell’incuria che perdura da un decennio.