Se l’assemblea di inizio mese era stato il punto più nero della drammatica vicenda della ex Golden Lady di Gissi quella che arriva alla vigilia del Natale sembra poter riportare speranza nelle vite delle oltre 300 persone che ormai da troppo tempo sono senza lavoro. All’incontro in contrada Terzi i lavoratori e i sindacati avevano invitato tutti i rappresentanti istituzionali del territorio, per fare fronte comune rispetto al nuovo e necessario processo di riconversione. E invece le presenze erano ben poche. C’era l’assessore regionale Giovanni Lolli, c’erano i sindaci di Gissi e Monteodorisio, Chieffo e Di Giacomo, c’era qualche consigliere comunale di Gissi e il responsabile regionale lavoro del Prc Tomeo. La foto con tutti i sindaci in fascia tricolore sembra lontana anni luce dall’incontro di questa mattina. Assenze sottolineate con forza dai lavoratori. “Dove sono i sindaci del territorio? Se ne fregano di noi. Ci hanno abbandonati“.
Tuttavia le parole di Giovanni Lolli, che a luglio era già stato alla ex Golden promettendo il suo impegno (l’articolo) sono quelle che riaccendono un minimo di speranza. “Sono venuto qui a metterci la faccia – ha detto ai lavoratori – e anche ad ammettere qualche errore fatto in buona fede. Ero convinto che gli enti incaricati di occuparsi della riconversione portassero ad un risultato ed invece non hanno prodotto nulla. Per questo sono convinto che solo con un impegno in prima persona, insieme alle istituzioni locali, si possa risolvere la questione”. Lolli spiega come ci sia “una possibilità seria di un’impresa di un grande gruppo che vuole investire in Abruzzo. Non facciamo nomi, non facciamo proclami. Preferiamo lavorare nel silenzio, avere la massima riservatezza, affinchè la cosa possa andare in porto”. Riservatezza. È la parola pronunciata dall’assessore regionale e dai rappresentanti sindacali. “Se dovessero uscire nomi – commenta Giuseppe Rucci, della Filctem-Cgil – non fatevi trarre in inganno. Il nostro unico interesse è che qui torni il lavoro”. La Regione è pronta a fare la sua parte “mettendo a disposizione dell’azienda un pacchetto di opportunità importanti“. Nomi non se ne fanno, ma sembra si tratti di un gruppo del settore automotive, che occuperebbe tutto il sito produttivo (e quindi tutti i lavoratori), particolarmente attratto dalla vicinanza con la Val di Sangro. Sui tempi non c’è una data certa ma ci sono delle indicazioni. “Le risorse a disposizione – spiega Lolli – sono da impegnare entro il 2015. Ecco perchè credo che nel giro di qualche mese, se le cose andranno avanti, si arriverà ad un piano industriale”.
I lavoratori hanno ascoltato con attenzione le parole di Lolli. Ma, prima di tornare ad avere fiducia nel futuro, vogliono ci sia qualcosa di concreto. Troppe le batoste prese, troppe le false illusioni. “Prima della fine di gennaio torneremo a sollecitarvi – annunciano i sindacati all’assessore regionale – perchè di tempo da attendere non ce n’è più”. Cinquanta lavoratori, scaduta la mobilità, sono senza nessun tipo di copertura economica. Per tanti altri si prospetta lo stesso epilogo. A meno che, questa volta, il progetto di riconversione non sia davvero reale e concreto.