“La situazione è divenuta insostenibile e le mancate risposte circa una auspicata e auspicabile riconversione pesano come un macigno su 350 lavoratori unitamente alle loro famiglie e su tutto il territorio, già stremato per le tante cessazioni di attività avvenute negli ultimi anni e dal continuo spopolamento delle zone interne. Riteniamo che solo il contributo fattivo, continuo e costante da parte di tutti, ognuno per la sua parte, possa far trovare una soluzione positiva a questa drammatica vertenza e ridare un minimo di speranza a tutto il territorio e soprattutto ridare fiducia a tutti i cittadini nel rapporto con le Istituzioni”. Questo l’invito che i rappresentanti delle organizzazioni sindacali hanno inviato ai rappresentanti istituzionali a tutti i livelli per convocarli all’assemblea pubblica che si terrà sabato 20 dicembre alle 9.30 dinanzi allo stabilmento che produceva calze. Le vicende della riconversione fallita sono ormai note a tutti, così come è nota la situazione di stallo in cui si trova la vertenza.
La recente assemblea del 2 dicembre è stata drammatica. Si attendevano risposte concrete per un nuovo processo di riconversione e invece i tre rappresentanti dei sindacati, Rucci, Zerra e Schioppa, hanno avuto il difficile compito di comunicare l’assenza di aziende interessate ad entrare nel capannone di contrada Terzi per avviare una produzione.
Per questo i lavoratori tornano a chiedere alle istituzioni di essere presenti per dare risposte. Primo fra tutti il presidente della Regione Luciano D’Alfonso, che in campagna elettorale si era impegnato ad attivarsi per dare una svolta a questa triste vicenza. Dal suo insediamento sono passati quasi sette mesi ma la situazione non è cambiata.