Nel consiglio comunale aperto che si è tenuto ieri a Vasto c’è statao una significativa presenza di primari e personale sanitario del San Pio da Pietrelcina di Vasto. Dopo l’illustrazione del documento promosso dalle minoranze (e poi votato in serata con l’inserimento di alcuni emendamenti della maggioranza) sono stati i primari dell’ospedale vastese a tracciare, in maniera molto concreta, la situazione di difficoltà vissuta all’interno della struttura, tra carenze di personale e mancanza di servizi. Una situazione per certi versi paradossale, visto che nei reparti ci sono competenze che potrebbero permettere al San Pio di offrire servizi d’eccellenza.
“Nel campo dell’emergenza/urgenza – ha spiegato il primario del Pronto Soccorso Lorenzo Russo – nel Vastese siamo in sofferenza , c’è uno sguarnimento non consono alle esigenze dei cittadini. E putroppo si rileva una grande discrepanza tra il nostro territorio e l’area metropolitana”. Si parla ormai da troppo tempo, senza che si passi ai fatti concreti, della necessità di un’emodinamica a Vasto. “A Chieti e Pescara ce ne sono due – ha sottolineato Russo -, da noi nessuna, con comuni che distano oltre 100 chilometri da quei centri dove si può salvare la vita di una persona. Per le sindromi coronariche acute, le sindromi neurologiche acute e i politraumi, il tempo è oro. Se non si interviene in tempi brevi la vita di una persona è a rischio“. Su questo argomento è intervenuto anche il primario di Cardiologia, Vincenzo Cerasa. “Per salvare un paziente che ha una sindrome coronarica acuta o c’è la sala emodinamica nell’ospedale del territorio o c’è un trasporto efficiente nel punto più vicino. A Vasto oggi non ci sono nessune delle due, mentre chi vive nell’area metropolitana ha due sedi distanti 12 minuti”.
Sempre sul tema dell’emergenza urgenza è intervenuto Pasqualino Litterio, primario di Neurologia. “L’ospedale di Vasto, con le sua capacità mediche, è una porta che può essere aperta, se accoglie i pazienti, chiusa, se li trasferisce altrove”. Nel reparto neurologico del San Pio il personale è pronto per avviare la pratica della trombolisi, operazione che può salvare vite umane. Ma è un passaggio che non può essere attivato per mancanza di un radiologo neurologico dedicato. “Abbiamo le professionalità – ha spiegato Litterio – per poter operare e salvare vite umane. A volte basta poco per aumentare il livello di un reparto. Da noi, con una semplice elettromiografia, abbiamo raddoppiato le prestazioni erogate. L’emodinamica sarebbe importante perchè non si usa solo per la cardiologia ma anche per la neurochirurgia”.
Nei giorni scorsi si è diffusa la notizia circa la chiusura del punto nascita di Vasto. Ci sono delle normative in proposito, ma l’assesore alla sanità ha assicurato che questo non accadrà a Vasto. Il primario del reparto Ostetricia e Ginecologia, Francesco Matrullo, ha spiegato come nell’ospedale vastese ci siano “problemi nell’emergenza neonatale. Spesso, per un neonato che nasce a Vasto e ha necessità di un ricovero in altri centri – come Chieti – è difficile trovare disponibilità di un posto”. Altra questione cruciale è quella della sicurezza del punto nascita. Oggi, le sala parte si trovano sul piano del reparto, mentre la sala operatoria, dove vengono effettuati i cesarei, è nel blocco operatorio, quattro piani sotto. “È fondamentale avere una sala parto che possa essere trasformata all’occorrenza in sala operatoria – ha spiegato il primario – per evitare di dover fare degli spostamenti che in molti casi possono rivelarsi problematici”.
Difficoltà anche in radiologia, dove c’è il rischio che dal 7 gennaio vengano dimezzate le prestazioni, come ha spiegato Raffaello Villani. “Stiamo tornando indietro – ha commentato amaramente -, non riusciremo più a fare prestazioni”. La problematica è una carenza di organico che potrebbe essere in parte risolta, evitando ulteriori tagli nelle prestazioni ai cittadini. Dal personale di radiologia anche l’istanza per avere contratti di manutenzione che permettano di avere tempi di intervento rapidi in caso di problematiche, così da non tener fermi i grandi macchinari quando si verifica un guasto.
E poi c’è il problema dei posti letto. “Non riusciamo a ricoverare i pazienti – ha affermato il primario di Gastroenterologia, Antonio Spadaccini – , non riusciamo a fare le TAC in tempi utili, un macchinario non basta. Sui posti letto da noi ce ne sono meno di 1,5 ogni mille abitanti, nell’area metropolitana sono 5,4 ogni mille. E poi abbiamo difficoltà nelle lungodegenze, con 20 posti letto pronti ma che non vengono attivati perchè manca un infermiere”. A dare sostanza agli interventi dei medici ci sono stati anche le parole di Maria Amato e Anna Suriani, nel duplice ruolo di medici e rappresentanti istituzionali.
Silvio Paolucci, dopo aver ascoltato anche gli interventi dei consiglieri comunali, ha illustrato il piano degli investimenti previsti nel futuro. “In sanità non bosogna fare utili – ha spiegato – ma bisogna essere in pari. Se ci sono degli utili vanno investiti sul territorio”. In merito alle problematiche sollevate dai primari, l’assessore alla sanità, affiancato dal direttore sanitario Pasquale Flacco, ha spiegato che “i posti letto di lungodegenza verranno attivati entro marzo, mentre ci saranno altri due posti in rianimazione, entro due mesi”. Risposta positiva anche sulla nuova sala parto, “perchè la sicurezza delle nascite deve essere garantita in tutti i presidi. Credo che entro la fine del prossimo anno potrà essere completata”. Discorso aperto, invece sulla sala emodinamica, con l’assessore che si è riservato un’ulteriore fase di approfondimento per capire come poter dare le giuste risposte al territorio. Sul nuovo ospedale di Vasto, “la Regione ha inserito il progetto nel bilancio di previsione dopo aver completato le procedure del caso. Vasto è in cima alla lista, ma ora occorrono dei passaggi a livello nazionale. Solo se nella finanziaria il governo metterà i soldi l’ospedale si potrà fare”.