Le principali imprese operanti sul mercato dei beni e dei servizi (Telecom, Vodafone, Wind, Fastweb, Enel, Eni, Poste, Trenitalia) hanno sottoscritto Protocolli di Conciliazione con le Associazioni dei Consumatori, per la risoluzione extragiudiziale delle controversie.
La conciliazione paritetica è un metodo che consente alle parti – consumatore ed imprenditore – di confrontarsi, al fine di trovare una soluzione condivisa e realmente soddisfacente, in tempi rapidi ed in maniera economica, evitando il ricorso in giudizio.
La procedura di conciliazione è disciplinata da un Regolamento di Conciliazione ed è gestita da una Commissione di Conciliazione, composta da un rappresentante per parte.
Per poter accedere alla conciliazione, è necessario che il consumatore abbia preventivamente presentato un reclamo – direttamente o tramite le Associazioni dei Consumatori –, al quale non sia stata data risposta entro un dato termine o la stessa risposta non sia considerata soddisfacente.
In tal caso, il consumatore può presentare domanda di conciliazione tramite le Associazioni dei Consumatori; le quali, verificate le condizioni di ammissibilità e l’esistenza dei presupposti per darvi seguito, svolgono una prima analisi del caso.
La Commissione di Conciliazione esperisce il tentativo di conciliazione, assumendo, anche mediante l’ascolto del consumatore, tutte le informazioni necessarie alla risoluzione della controversia.
Se il tentativo di conciliazione ha esito positivo, la Commissione di Conciliazione sottoscrive il verbale di conciliazione, avente efficacia di accordo transattivo; in caso contrario, viene redatto un verbale di mancato accordo.
La Corte d’Appello di L’Aquila ha confermato la pericolosità dei bond argentini
Un’importante vittoria è stata ottenuta dai legali di Confconsumatori relativamente ad acquisti di bond argentini.
Con recente sentenza, la Corte d’Appello di L’Aquila ha confermato la condanna della banca venditrice alla restituzione di € 64.574,30 (pari all’importo corrisposto per l’acquisto) oltre al pagamento delle spese di lite.
Il consumatore aveva acquistato i titoli in diversi momenti tra il 1997 ed il 2001.
La Corte d’Appello ha ritenuto la responsabilità della banca, anche perchè da tempo quei titoli erano pericolosi, tanto pericolosi da rendere necessaria una specifica informativa.
Tale pronuncia è importante perché è la prima ad aver riconosciuto che i bond argentini erano pericolosi già nel 1997.