Si chiamava Macchia ed era il “micio di quartiere” di Via Madonna dell’Asilo e di viale D’Annunzio. Era un gattone rosso benvoluto da tutti e la sua particolarità, la lingua perennemente fuori come il celebre “Grattachecca” dei Simpson lo rendeva riconoscibile e simpatico. Tutti i bambini del quartiere ci giocavano, e aveva tante persone che gli volevano bene.
Martedì mattina invece è stato seviziato a morte per mano di una persona squilibrata che non gli ha lasciato scampo. Si è sicuramente fidato della persona che poi lo ha torturato e ucciso soffocandolo nel fango.
Il corpicino del povero Macchia è in viaggio verso l’Istituto Zooprofilattico dell’Abruzzo e Molise per l’autopsia, e le indagini sono già partite per trovare il colpevole. Per ora, la denuncia è “contro ignoti”, i filmati di videosorveglianza degli edifici nella zona verranno visionati, ma già vi sono forti indizi a carico di una coppia residente proprio dove è stato trovato il cadavere del micio, che si è già resa in passato di episodi di intolleranza verso altri animali.
Si ricorda che l’uccisione di animali (art. 544 bis del Codice Penale) è un reato molto grave, punibile con la reclusione a partire da 3 mesi fino ad un anno e mezzo di carcere. Se il (o la) colpevole decidesse di costituirsi al più presto prima di essere fermata, in questi casi è previsto uno sconto di pena che verrà tenuto in considerazione.
Giuseppe La Verghetta