“Sconfiggere il Far West dell’azzardo significa vincere una grande sfida educativa”. Lo afferma Suor Alessandra Smerilli, reliogiosa vastese, professore straordinario di Economia politica alla Pontificia Facoltà di Scienze dell’educazione Auxilium a Roma, in un’intervista rilasciata al quotidiano L’Avvenire. Suor Smerilli è tra i promotori della campagna SlotMob (clicca qui) “per combattere il problema del gioco d’azzardo legalizzato che sta dilagando in Italia”.
La campagna SlotMob ha già toccato 74 città italiane, con oltre 10mila persone coinvolte. “Nei bar e nei luoghi pubblici in cui si dice no al gioco d’azzardo, si fa formazione e informazione – dice a L’Avvenire -. È il volto bello e gioioso di una consapevolezza nata in modo spontaneo. La cosa più preoccupante, invece, riguarda le istituzioni: è la mancata consapevolezza che un affare come questo, completamente in mano alle multinazionali, diventa un inganno di Stato. Pensi a cosa succederebbe se i soldi finiti nelle casse dei grandi gruppi del gioco, venissero utilizzati per dare ossigeno all’economia e per rilanciare i consumi”.
L’intervista completa a Suor Alessandra Smerilli (clicca qui)
La religiosa ed economista vastese spiega come sia “necessario aumentare la consapevolezza. Bisogna arrivare, come avviene nella maggior parte dei Paesi europei, a non avere le slot machines nei bar e nei pressi delle scuole. Sostenere i locali senza slot, alzare il livello del dibattito politico e culturale, spingere per una legge che vieti la pubblicità e dia liberamente poteri ai politici locali di intervenire in materia. Infine, nel lungo periodo bisognerebbe affidare le concessioni per l’azzardo non a multinazionali for profit, ma a organizzazioni che non dovrebbero avere come obiettivo i guadagni sulla diffusione dell’azzardo”.