Era rimasta solo la speranza alle lavoratrici e ai lavoratori della ex Golden Lady di Gissi. Ora anche quella è finita, spenta dall’andamento di una vicenda che ormai si trascina da mesi, da anni, senza che si riesca a trovare una soluzione. La prima riconversione è stata una truffa, con le due aziende arrivate in contrada Terzi che hanno chiuso la loro esperienza con il fallimento. La riconversione bis, quella che avrebbe dovuto riportare il lavoro in Valsinello, quella su cui si fondavano le speranze di oltre 300 famiglie, non è nemmeno partita. Doveva essere il tavolo ministeriale convocato per il 2 dicembre il momento per conoscere i progetti delle aziende interessate ad avviare nuove produzioni nei capannoni della Golden Lady. Ma l’appuntamento nella sede del Ministero per lo sviluppo economico si è rivelato “umiliante”, come hanno riferito ai lavoratori i tre rappresentanti sindacali Rucci, Zerra e Schioppa. All’incontro non si è presentata nessuna azienda. “Siamo soli e abbandonati”, hanno detto i sindacati ai lavoratori riuniti davanti al cancello della loro ormai ex fabbrica. E ancora una volta pesano il silenzio e l’assenza dei rappresentanti del mondo istituzionale. In questo il nuovo governatore D’Alfonso non sembra essere molto distante dal suo predecessore Chiodi. “D’Alfonso è venuto qui a fare campagna elettorale (l’articolo)- dicono i sindacalisti ricordando l’incontro con i candidati alla presidenza in cui l’attuale governatore si presentò con tanto di camion con gigantografia – e su era impegnato a trovare gli imprenditori. Non ci sembra sia accaduto”.
La sensazione è che al Ministero “vogliano accantonare la vertenza”, portando i lavoratori allo sfinimento. Al tavolo romano era assente Giampiero Castano, capostruttura del Mise, che ha fatto partecipare una segretaria, così come non c’era la provincia, non c’erano i curatori fallimentari di Silda e New Trade, non c’era il rappresentante di Golden Lady. Una situazione paradossale, che vede le lavoratrici e i lavoratori sprofondare ancora di più in uno stato di abbandono. Ben 220 lavoratori, dopo che la Golden Lady decise di spostare la sua produzione in Serbia, rinunciarono anche a 10mila euro per poter continuare ad avere un posto di lavoro nella Silda, in totale 2,2 milioni di euro. Soldi che sono spariti nel nulla, vista la fallimentare esperienza, e di cui ora si chiede conto alla magistratura. Ma anche gli esposti presentati mesi fa sembrano ad un binario morto. “Non ci pensa più nessuno – ha affermato Schioppa – . Se prima, con un sottosegretario all’economia come Legnini eravamo deboli, oggi siamo ancora più deboli. E mentre noi siamo qui ad esprimere un disagio non c’è niente di concreto all’orizzonte”. Tutto come due anni fa. Ma oggi la situazione è ancor più grave perchè per molte persone è terminata la mobilità, per altri il destino è lo stesso. Mentre a Roma si convocano tavoli inutili e umilianti.