Il Consiglio comunale di Vasto dice no a nuove trivellazioni petrolifere nel mare abruzzese. Il dissenso viene messo nero su bianco in due documenti approvati nella seduta di ieri: uno della maggiroanza di centrosinistra, l’altro della minoranza di centrodestra.
Nella delibera del centrosinistra si chiede “al presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, di evitare l’inserimento dei nostri territori nel Piano Energetico previsto dall’art. 38 del decreto legge Sblocca-Italia; ai rappresentanti delle istituzioni abruzzesi, ad ogni livello, un impegno per modificare il suddetto articolo; al Governatore della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, di chiedere al Governo e al relatore del decreto legge Sblocca Italia di abrogare l’articolo 38 decreto e, in caso di conversione in legge del decreto, di procedere all’impugnazione di detto articolo di fronte alla Corte costituzionale, previa convocazione urgente del Consiglio regionale per quanto di sua competenza”.
Il documento della maggioranza impegna “il sindaco, anche nella sua veste di presidente aegionale Anci Abruzzo, a rappresentare in tutte le sedi la contrarietà del nostro Ente nei confronti di quanto disposto dall’articolo 38 del decreto legge Sblocca-Italia”.
Approvata anche la mozione del centrodestra, presentata da Antonio Monteodorisio (Forza Italia) e firmata anche da altri due consiglieri d’opposizione: Guido Giangiacomo (Forza Italia) e Massimiliano Montemurro (Udc)
“La mozione – commenta soddisfatto Monteodorisio – è stata accolta con il voto favorevole di tutti i consiglieri di minoranza e l’astensione di quelli di maggioranza”. Secondo Monteodorisio, il Governo Renzi “attua una Strategia energetica nazionale disposta da un altro Governo non eletto, presieduto da Monti. Lo stesso che ha fortemente voluto la riduzione dei divieti per le trivellazione nel limite delle 12 miglia marine, riesumando progetti petroliferi come Ombrina, Elsa e Rospo Mare. La mozione impegna il sindaco e l’intera maggioranza a prendere contatti con il Ministero dell’Ambiente al fine di evitare l’inserimento dei nostri territori nel così detto Piano energetico previsto dall’articolo 38″ e a “creare una rete di collegamento con i sindaci e i rappresentanti politici di altri territori interessati dalla legge al fine di coordinare le azioni di lotta e di protesta..
Le dimissioni di Mercogliano – “Il 28 agosto scorso abbiamo letto che il dirigente Mercogliano, in seguito alla condanna per abuso, si era dimesso. Non era vero. È quanto emerso dalla risposta che l’assessore al Personale, Lina Marchesani, ha dato alla mia interrogazione durante l’ultimo Consiglio comunale”. Lo afferma Davide D’Alessandro, consigliere comunale indipendente d’opposizione.
“L’ex dirigente ha rimesso al indaco ogni valutazione, ma rimettere al sindaco ogni valutazione non vuol dire dimettersi”, fa notare D’Alessandro, che aggiunge: “Abbiamo anche saputo che si è preso le ferie fino al 15 ottobre per poi chiedere un periodo di aspettativa non retribuita. Al rientro, se rientrerà, sarà collocato presso il servizio avvocatura”.
Poi una frecciata all’amministrazione Lapenna: “Ora la verità, grazie all’interrogazione, è stata ristabilita. È troppo chiedere che sia pubblicata anche sul sito del Comune che, per la verità, fino ad oggi è stato soltanto il sito di Lapenna e della sua maggioranza?”.