Un pugno nello stomaco. Ha avuto quest’effetto, a Vasto, la tragica notizia della morte di Giulia Grifone, l’apprezzata orafa di 46 anni rimasta uccisa in vacanza, in Kenya. La donna, originaria di Montenero di Bisaccia, ma ormai vastese d’adozione, era assai conosciuta in città, perché, grazie alla sua abilità professionale e alla sua simpatia, era entrata nel cuore di decine di affezionati clienti. Quelli che, con fiducia, le affidavano monili e preziosi da riparare o da rigenerare. È il caso del suo vecchio docente all’Istituto d’Arte, il maestro Carlo Alberto Di Stefano, che la ricorda con profonda stima: “Nei prossimi giorni avrebbe dovuto ridarmi una collana. Sapevo delle sue doti, della sua passione e a lei mi ero affidato con fiducia. Peccato davvero non poterla più rivedere”. Oggi, in via Canaccio, parallela a via Veneto, un tempo la via dei fornai, negozianti e artigiani erano tutti addolorati: “Non ci posso ancora credere – sussurra Cesare, del “Desert’s Eyes”, a pochi metri dall’”Arte Orafa”, il laboratorio della Grifone – Giulia era l’anima di questa via, gioviale con tutti.
“Siamo sconvolte – dicono Concetta e Annarita, acconciatrici a due porte dal laboratorio chiuso per ferie – Giulia era di una simpatia contagiosa, veniva a prendere il caffè da noi nelle pause e ci aveva parlato di questo viaggio in Kenya. Giovedì, prima di partire, ci aveva dato l’arrivederci a lunedì 24 novembre, col suo consueto sorriso. Quando una sua parente, Iva, ci ha telefonato – concludono – non volevamo crederci”. Il dolore è forte in tutto il centro storico di Vasto: “Conoscevo Giulia da quando aveva bottega in Corso Plebiscito – dice Marina, che vende abbigliamento e cappelli di fianco alla chiesa di Santa Maria – e da allora avevo imparato ad apprezzarne la bontà. Un’amica vera. Davide, il suo uomo, era impaziente di andare in Kenya e lei era felice di accompagnarlo laggiù. Mi spiace tanto e penso al dolore dei genitori, alla sorella Antonella, brava fisioterapista”.
Sulla rete è un diluvio di pensieri affettuosi, mentre Sabrina Bocchino, che Giulia conosceva da 30 anni, fin dai tempi dell’Istituto d’Arte, al dolore aggiunge considerazioni amare: “Non è stata un’antilope a tagliare la strada al veicolo che poi si è ribaltato – accusa – me l’ha detto Davide al telefono. Era il conducente del fuoristrada ad andare troppo veloce. La Farnesina e il consolato italiano in Kenya devono far luce, perché non si può andare in vacanza e poi morire così”. Ora, a Vasto e Montenero, si attende il rientro del feretro di Giulia in Italia: la famiglia, gli amici, il suo Davide, sperano in un sollecito via libera delle autorità locali. Di Giulia Grifone resterà intatto per sempre il contagioso sorriso del suo profilo facebook.