Dal Diccap, sindacato autonomo di polizia municipale, riceviamo e pubblichiamo una replica alle affermazioni del generale Antonio Santini, ex comandante della polizia municipale di Vasto.
“I Rappresentanti Sindacali della organizzazione sindacale Diccap, appartenenti al Corpo di Polizia Municipale di Vasto, in merito agli articoli apparsi negli ultimi giorni su alcuni organi di stampa locale, a seguito di una lettera scritta dal Generale Antonio Santini, in cui vengono riportate frasi come “Il regolamento fatto dai futuri tenenti per tutelare se stessi” o “Dieci anni fa furono i futuri tenenti a redigere e proporre il regolamento della polizia municipale, fatto per tutelare i loro stessi interessi”, ritengono doveroso replicare facendo le seguenti precisazioni.
1) Non corrisponde affatto al vero che furono i futuri tenenti a redigere il regolamento della polizia municipale, per tutelare i loro interessi. Invero, l’Amministrazione Comunale del tempo (anno 2003), dato che il precedente Regolamento del Corpo risaliva addirittura all’anno 1937, ed avendo pertanto la necessità di approvare un regolamento che fosse pienamente in linea con le più recenti leggi nazionali e regionali, propose la formazione di un “Comitato per la redazione in sede tecnica” di un nuovo Regolamento del Corpo di Polizia Municipale, di cui facessero parte rappresentanti dell’Amministrazione e rappresentanti del Corpo di Polizia Municipale per effettuare uno studio sulle specifiche normative di settore in materia di polizia municipale. Del Comitato Tecnico fecero parte l’Assessore alla Polizia Municipale, l’Assessore al Personale, un rappresentante degli Ufficiali, un rappresentante dei Sottufficiali e tre rappresentanti degli Agenti. Il testo del nuovo Regolamento, poi approvato, non fa altro che recepire le vigenti norme nazionali, regionali e contrattuali relative alla polizia municipale, come tutti i regolamenti degli altri Comuni d’Italia. E basta semplicemente leggere il Regolamento del Corpo Polizia Municipale di Vasto, per rendersi conto che non è affatto vero che con esso si tutelano “gli interessi dei Tenenti”. Sfidiamo chiunque a dimostrare il contrario, non a chiacchiere, ma citando precisamente quali sarebbero queste norme che tutelerebbero gli interessi dei Tenenti. Peraltro, il Gen. Santini forse ignora che l’attuale Amministrazione Comunale, con la recente Delibera di Giunta n. 61 del 20 marzo 2013 ha modificato la struttura organizzativa, il funzionigramma e l’organico della Polizia Municipale.
2) La legge nazionale quadro sull’ordinamento della Polizia Municipale dispone che l’organizzazione del Corpo deve essere improntata al criterio che le dotazioni organiche per singole qualifiche devono essere stabilite in modo da assicurare la funzionalità e l’efficienza delle strutture del Corpo, prevedendo, pertanto, un adeguato contingente numerico di Ufficiali, Sottufficiali ed Agenti, mentre la Legge Regionale Abruzzo sulla Polizia Locale imponeva ai Comuni un organico di un addetto per ogni 700 abitanti. Nell’anno 2003 furono banditi i concorsi interni per tutto il Comune di Vasto e per l’organico della Polizia Municipale fu previsto un numero di figure di Categoria D (Tenenti) proporzionato alle figure di Categoria D previste per tutti gli altri Settori amministrativi del Comune. Il Comune di Vasto nel 2003 aveva 36.000 abitanti e dunque, in base alle previsioni di legge doveva prevedere un organico per la Polizia Municipale di almeno 51 unità. Quindi, una dotazione con 13 figure di Categoria D (Tenenti), presenti nella Polizia Municipale all’epoca del Gen. Santini (oggi ce ne sono soltanto 10, di cui una distaccata in Procura ed una svolgente funzioni di Comandante) su un organico di 51 unità non era assolutamente sproporzionata, come qualcuno vuol far credere. Inoltre, il Regolamento del Corpo di Polizia Municipale di Vasto, approvato nell’anno 2003, prevedeva che l’organico della Polizia Municipale dovesse essere adeguato alle previsioni di legge entro 3 anni; se poi l’adeguamento non c’è stato, almeno per quanto riguarda gli operatori di Categoria C (Agenti), questo è tutt’altro discorso. Appare poi strano che qualcuno dica che nella Polizia Municipale ci sono troppe figure di Categoria D, quando invece nessuno si meraviglia se in altri Settori del Comune di Vasto il rapporto tra figure in Categoria D e figure in Categoria C è di 1 a 1, così come nessuno si meraviglia del fatto che nel Comune di Vasto, in cui già sono istituite 8 (otto) “Posizioni Organizzative” e 2 (due) “Alte Professionalità”, si stiano per istituire altre 5 (cinque) nuove “Posizioni Organizzative”, retribuite lautamente con soldi presi dal fondo della produttività di tutti i lavoratori. E qualcuno dimentica pure che nel Corpo di Polizia Municipale ci sono addetti in possesso di altissime professionalità, anche laureati, che guadagnano invece 1.300 Euro al mese!
3) In merito all’affermazione che sarebbe stata fatta dal Gen. Santini, secondo cui “il regolamento non prevede che i Tenenti siano impiegabili quali operatori e quando lo fanno è per gentile concessione”, si fa notare che le leggi ed i contratti collettivi di lavoro stabiliscono che ogni lavoratore deve svolgere le mansioni della propria Categoria di appartenenza. Anche in tutti gli altri Settori del Comune le Categorie D non sono impiegabili nelle mansioni delle Categorie C. Peraltro, ad onor del vero, è anche il caso di dire che le categorie D (Tenenti) della Polizia Municipale hanno sempre svolto, e continuano tuttora a svolgere, anche i compiti tipici di competenza della Categorie C (Agenti), senza mai tirarsi indietro e questo è dimostrato dalle numerose pratiche che sono agli atti del Comando Polizia Municipale.
4) Sorprende l’altra affermazione che sarebbe stata fatta dal Generale Santini, secondo cui “ogni persona di buon senso, specialmente se amministra la cosa pubblica, non recluta ufficiali da personale assunto da poco tempo che saranno controllori di se stessi”, infatti la maggior parte del personale di polizia municipale che a seguito del concorso interno dell’anno 2003 è passato da ruolo degli Agenti a quello degli Ufficiali aveva una “pluriennale” esperienza di servizio, come previsto dalla legge. Basti pensare che uno degli Agenti aveva addirittura 25 anni di servizio, un altro aveva 15 anni di servizio, altri avevano 7 anni di servizio e soltanto due Agenti avevano 3 anni di servizio. Al riguardo bisogna ricordare che il bando di concorso per il passaggio dalla Categoria C alla Categoria D, valido per tutti i Settori del Comune di Vasto, e non solo quindi per la Polizia Municipale, prevedeva una anzianità di servizio di 3 anni. Dunque nulla di anomalo.
5) In merito a quelle che il generale Santini definirebbe come “incongruenze” sulla reperibilità della Polizia Municipale che il Sindaco Lapenna avrebbe preso in considerazione, dietro sua segnalazione, seppure dopo 8 anni, va precisato e ricordato che le problematiche che furono sollevate a suo tempo dal Gen. Santini sono assolutamente diverse da quelle sollevate attualmente dal Sindaco Lapenna, Infatti, il Gen. Santini contestava la metodologia di recupero del riposo cadente in giornata di reperibilità, nel mentre il Sindaco Lapenna ha addirittura eliminato l’istituto della reperibilità per la PoliziaMunicipalein quanto ritiene, in modo errato, che la reperibilità sia stata attivata poche volte, confondendosi sul fatto che il CCNL riconosce al personale l’indennità di reperibilità non per gli effettivi interventi che vengono svolti (in tali casi compete infatti lo straordinario), ma solo per la messa in disponibilità per far fronte ad eventuali esigenze di pronto intervento che dovessero manifestarsi in situazioni di estrema urgenza e gravità, che vadano al di fuori dell’ordinarietà. Speriamo solo, a questo punto, che a Vasto non accadano mai alluvioni o terremoti o frane al di fuori dell’orario di lavoro degli appartenenti alla Polizia Municipale, perché in tali casi essi non potrebbero essere chiamati ad intervenire!
6) Infine, sia detto con tutto il rispetto dovuto per la persona e per l’importante incarico espletato nell’Esercito Italiano, il Generale Santini, purtroppo, non era in possesso dei requisiti previsti dalla legge per svolgere le funzioni di Comandante/Dirigente della Polizia Municipale. Egli infatti non aveva la laurea in Giurisprudenza o in Scienze Politiche o in Scienze dell’Amministrazione, richieste dalla normativa vigente e, in particolare, dal Regolamento del Corpo di Polizia Municipale, per poter svolgere le funzioni di Comandante/Dirigente della Polizia Municipale. Non aveva neppure la qualifica di Agente di Pubblica Sicurezza, richiesta sempre dalle normative vigenti in materia di Polizia Municipale, e, soprattutto, non poteva svolgere il ruolo di Comandante della Polizia Municipale perché era un Dirigente Amministrativo “esterno” non appartenente al Corpo e ai ruoli della Polizia Municipale, come stabilito dalla legge e da sempre ribadito dal Consiglio di Stato. E’ da ritenersi, quindi, che il Generale Santini, a causa della sua scarsa esperienza nella specifica materia della polizia municipale, si sia spinto con la sua lettera a fare delle affermazioni non del tutto corrette e corrispondenti alle norme ed alla realtà dei fatti. L’avere svolto il ruolo di Ufficiale nell’Esercito, infatti, non implica sic et simpliciter che si possa dirigere un Corpo di Polizia Municipale. Ad ogni modo, lo si ripete, al Gen. Santini è dovuto il massimo rispetto, ed anzi gli Ufficiali del Corpo di Polizia Municipale hanno sempre riconosciuto che il Gen. Santini, proprio perché proveniente da una formazione e lunga esperienza maturata in ambito militare, ha avuto per gli Ufficiali del Corpo di Polizia Municipale un rispetto che, purtroppo, essi non hanno avuto da tante altre persone all’interno del Comune di Vasto”.