“Non sono mai stato suo alleato. Io ho avuto un mio candidato sindaco e, al ballottaggio, sono stato alleato del galantuomo Della Porta. Se il ballottaggio fosse stato Lapenna-Giangiacomo, ritenendolo un ballottaggio Lapenna-Lapenna, quindi inutile, me ne sarei andato al mare”. Davide D’Alessandro replica duramente a Guido Giangiacomo, capogruppo di Forza Italia, che ieri ha preso definitivamente le distanze dagli ormai ex alleati del centrodestra”.
“Non sono mai stato suo alleato né lo sarò nel 2016″, ribatte D’Alessandro – anche perché non penso che lui voglia ricandidarsi, avendo già dato. È stato assessore, promotore di tenenti, tutti con regolarissimi concorsi interni, consigliere e candidato sindaco, pesato, contato e bocciato dai cittadini, stracciato da Tagliente, nonostante avesse il simbolo di Forza Italia e il nome di Berlusconi in pieno splendore”.
Lo scontro tra le due opposizioni è andato in scena per la seconda volta consecutiva in Consiglio comunale. La frattura, ormai è netta. Secondo il consigliere comunale indipendente, “Giangiacomo non ha ricevuto offese. Ha ricevuto repliche durissime alle sue offese. Come fa a parlare di opposizione? Di quale opposizione? L’ho visto raramente, sia in Consiglio che nelle Commissioni. Per assenteismo è secondo soltanto al Berlusconi parlamentare, ma Silvio aveva almeno la giustificazione di essere premier.
Io non ho parlato di premiata ditta Lapenna-Giangiacomo. Quale premiata? Premiata da chi? Io ho parlato di ditta, di antica ditta, ben nota a tutti i vastesi”, che “ha causato tanti danni alla città e tanti ne continua a causare. Non intendo la politica come contrapposizione personale tra me e Lapenna. Se per Giangiacomo, non avere accesso all’elenco delle posizioni debitorie non è un problema; se emettere e riscuotere fatture per noleggiare attrezzature al Teatro che si dirige, non è un problema; se buttare 600 mila euro su una pista ciclabile mai inaugurata e già da rifare, oltre a 40 mila euro per un video che nessuno ha mai visto, non è un problema; se versare 7 milioni di euro l’anno nelle casse di Pulchra e Civeta, un quarto del bilancio, e dare altri 2.500 euro mensili a un’associazione per raccolta rifiuti, non è un problema; se elargire assegni ad personam ad alcuni dipendenti non è un problema; se tutto non è un problema, certo che ne risponderà al suo elettorato. Io rispondo al mio”.