La frattura nell’opposizione va in scena per la seconda volta consecutiva nel Consiglio comunale di Vasto. Stavolta è un faccia a faccia a surriscaldare gli animi in aula nella serata di martedì. Fino a quel momento, la seduta era trascorsa in un tranquillo botta e risposta.
La prima lite è tra esponenti, in teoria, della stessa parte politica. E’ un battibecco tra Davide D’Alessandro (indipendente) e Guido Giangiacomo (Forza Italia).
Giangiacomo prende la parola per la seconda volta durante la seduta. D’Alessandro, che non condivide determinate affermazioni, lo interrompe nel momento in cui l’esponente di Forza Italia sta sostenendo l’utilità della promozione di 8 agenti municipali al grado di tenenti, avvenuta nel 2003, durante l’amministrazione Pietrocola, in cui Giangiacomo era assessore al Personale. “Bravo”, lo interrompe due volte ironicamente D’Alessandro, che gli chiede: “Sei contento?”. Risposta: “Sì”. Ancora D’Alessandro: “E poi alle elezioni hai preso l’8%”. Il riferimento è alle comunali del 2006, quando Giangiacomo fu candidato sindaco per Forza Italia. “I voti si pesano”, risponde lui. “No – è la replica – i voti si contano”.
Poi i toni si accendono. D’Alessandro si alza e si dirige verso Giangiacomo. Faccia a faccia teso, in cui Giangiacomo prova a mantenere la calma e invita il suo collega d’opposizione ad allontanarsi. Momenti di tensione stemperati dall’intervento di Etelwardo Sigismondi e dai richiami alla calma del presidente del Consiglio comunale, Giuseppe Forte.
A tarda sera, D’Alessandro commenta in un comunicato: “La ditta Lapenna-Giangiacomo, dopo aver fatto rinviare l’ultimo Consiglio comunale, ha partorito un documento unitario sulla diatriba amministrazione-Corpo di polizia municipale, approvato da 18 consiglieri comunali, 13 di maggioranza (Giangiacomo compreso) e 5 di minoranza (Bischia, Desiati, Montemurro, Monteodorisio e Sigismondi). Contrari soltanto due: il sottoscritto e Del Prete. Perché? Perché quando un documento è concertato da Lapenna e Giangiacomo (che lo ha stilato accanto a Sputore), lo riconosci dal profumo che emana. Un profumo intenso di compromesso al ribasso, di parole dette e non dette, limate e smozzicate, depotenziate del loro vero valore. Un profumo intenso di nullità, di documento vago, generico, che non produrrà alcun effetto”.