Questa mattina, durante le celebrazioni per la ricorrenza del 4 novembre a San Salvo, gli studenti dei diversi istitui cittadini sono intervenuti sul palco allestito di fianco al monumento ai caduti. Pubblichiamo le parole pronunciate da Luca Corsica, studente del Liceo Scientifico Mattioli, già sindaco del Consiglio Comunale dei ragazzi della città.
Onorare la festa del 4 novembre significa, innanzitutto, celebrare il coraggio e la dedizione delle nostre forze armate, uomini e donne che ogni giorno sono al servizio della nostra Patria e soprattutto al servizio del popolo, e credo sia doveroso ricordare il tributo dei tanti che hanno pagato con la propria vita per costruire la democrazia, l’unione e la libertà del nostro Paese. Ricordiamo anche i nostri reduci e combattenti qui presenti in cui è vivo il ricordo della guerra, e che non possiamo non elogiarli in primis per la testimonianza che oggi ci donano, uomini che nonostante conoscessero i pericoli della guerra hanno adempiuto con coraggio ai doveri cui la nostra patria li ha chiamati.
Noi giovani dovremmo prendere esempio da queste persone, dal loro coraggio, dal loro rispetto, e soprattutto dovremmo essere noi i primi a ringraziarli, perché se oggi il nostro unico dovere è quello di studiare e non di andare a combattere una guerra… è grazie a loro. Un ringraziamento speciale va sicuramente all’Arma dei Carabinieri, le forze armate più longeve e antiche della nostra nazione, che da duecento anni sono in prima linea per la sicurezza di noi cittadini.
In questo giorno di festa per noi, è d’obbligo ricordare i due fucilieri della Marina Militare trattenuti in India, due uomini che non fecero altro che svolgere il loro dovere, e va a loro un pensiero di speranza affinché ritornino il più presto in Italia. Questa data di oggi ci ricorda il 4 novembre del 1918, giorno in cui l’Italia uscì vittoriosa dal primo conflitto mondiale, di cui quest’anno ricordiamo anche il centenario del suo inizio. Ventuno anni dopo ebbe inizio un nuovo conflitto mondiale e la nostra amata Italia subì danni catastrofici.
Oggi sono passati sessantanove anni dalla fine dell’ultimo conflitto mondiale, eppure dopo sessantanove anni abbiamo quasi dimenticato l’orrore della guerra: in diverse parti del mondo ogni giorno si combatte una guerra! Abbiamo già avuto due conflitti mondiali, quante altre guerre serviranno per capire, per imparare, che la guerra non è il giusto mezzo per risolvere i problemi politici, economici e religiosi e che porta solamente alla morte di migliaia di vite umane? Oggi in Medio Oriente migliaia di civili e combattenti perdono la vita a causa di guerre civili o controversie religiose. Politici e gruppi terroristici accecati dalla bramosia di potere ogni giorno uccidono centinaia di uomini. Dopo una guerra ci si preoccupa spesso delle conseguenze economiche, ma chi pensa a tutte quelle persone che sono morte, uomini, donne, bambini, persone che per la follia di alcuni sono stati privati del dono più grande che potessimo ricevere… la vita! Purtroppo l’uomo impara poco e dimentica subito.
Anche all’interno del nostro Paese ci sono delle contraddizioni ideologiche, di pensiero, politiche… che spesso creano anche barriere, pregiudizi, razzismo e tanto altro. Purtroppo oggi in Italia alcuni politici vogliono far diventar vano il sacrificio di milioni di soldati che con il sangue hanno unito il nostro Paese! Spesso abbiamo sentito nei vari mezzi d’informazione di persone che vogliono un’Italia divisa, un’Italia divisa tra nord e sud. Così facendo il tributo dei nostri soldati sarà solamente disonorato. Loro hanno donato il sangue per avere un Paese unito, libero e indipendente ed è grazie a loro se oggi siamo qui a festeggiare la nostra Patria!
E allora lancio un appello a voi tutti e soprattutto a noi giovani, i cittadini futuri di questa nazione: facciamo in modo che la nostra amata Italia diventi più unita, più evoluta e soprattutto curiamo e teniamoci stretto ciò che i nostri predecessori ci hanno lasciato. Ed è in questo giorno di festa e unità nazionale, fiero di essere italiano che vi dico… viva l’Italia!
Luca Corsica