“Con frequenza inaudita, la direzione aziendale, composta da ben 6 direttori dirigenti e 15 funzionari con disponibilità di cospicuo parco auto e lautamente retribuiti, emette nei confronti delle maestranze, ritenute arbitrariamente colpevoli di pezzi di scarto o non in tolleranza, pretestuose ed ingiustificate contestazioni disciplinari”. Lo affermano i coordinamenti provinciali di Chieti dello Slai-Cobas e della Confederazione Cobas.
“Le sanzioni conseguenti tali provvedimenti – si legge in un comunicato del sindacato – sono giorni di sospensione dal lavoro, o addirittura richieste di risarcimento danni di centinaia di euro da restituire con trattenute rateali mensili.
Si susseguono minacce di licenziamento nei confronti di attivisti Cobas.
La situazione attuale è notevolmente peggiorata – sostiene il sindacato di base – con episodi gravi e antisindacali:
Terziarizzazione silente in loco di alcuni reparti, con l’utilizzo di maestranze precarie (circa 100 lavoratori) e non qualificate di alcune ditte esterne, per svolgere lavorazioni in precedenza eseguite dai dipendenti Denso.
“Prove tecniche” su turni lavorativi simili agli stabilimenti Fca diretti da Marchionne con sabati e domeniche lavorative (18 turni).
E’ intollerabile e palesemente discriminatorio che ci siano operai obbligati a prestare servizio 6 ore al giorno per un massimo di 2 o 3 giorni a settimana, altri che lavorino in straordinario il sabato e la domenica notte, mentre ad alcuni è concessa la volontarietà della prestazione lavorativa in straordinario”.
I Cobas si schierano apertamente contro il precariato: “Il lavoro dovrebbe essere redistribuito tra le maestranze in servizio, integrato con eventuali, nuove assunzioni”.