“Il Partito democratico non ha alcuna intenzione di far scivolare nel dimenticatoio il lavoro svolto in questi anni, che ha permesso al nostro Teatro Rossetti di riacquistare uno splendore sbiadito nel tempo”. Il Pd vastese si schiera dalla parte del maestro Raffaele Bellafronte e contro “un modo di fare politica urlato, che si scaglia contro le persone e che va ben oltre la mera contesa politica”.
“A noi democratici – si legge in un comunicato del Pd – piace tuttavia ricordare come il Teatro Rossetti sotto la direzione del maestro Raffaele Bellafronte, iniziata il 7 febbraio 2007 e sin da subito intraprende un percorso di eccellenza, in perfetta aderenza con la volontà dell’amministrazione comunale” e con “l’esibizione di artisti di fama internazionale provenienti da tutto il mondo che hanno calcato lo storico palco del teatro della città regalando grandissime emozioni e ridando grande dignità a prestigio al nostro gioiello. Inoltre, Vasto ha avuto la possibilità di una comunicazione nel mondo attraverso le riprese nel Teatro Rossetti, l’elaborazione e la pubblicazione dei prestigiosi video postati su Youtube“. che “ad oggi hanno avuto la condivisione di diverse centinaia di migliaia di persone da tutto il mondo che hanno permesso con la diretta streaming di essere visti in circa novanta paesi del mondo”. Il Pd ricorda anche che “accanto alla stagione ufficiale è stata istituita una stagione concertistica riservata ai giovani talenti soprattutto del nostro territorio”.
Botta e risposta – Ma, dopo che Bellafronte, inizialmente escluso dal concorso per l’assegnazione dell’incarico al nuovo direttore artistico, ha ottenuto dal Tar di Pescara la riammissione alla selezione, il clima rimane incandescente. Dall’opposizione, Davide D’Alessandro parla di “spudorata e vergognosa ingerenza. Non si era mai visto niente di simile. Il Pd lancia un avvertimento chiaro a Lapenna e alla commissione”.
Il Pd replica: “Non c’è alcun tipo di ingerenza nei confronti del sindaco o della commissione, come democratici il nostro comunicato va nell’unica direzione di stigmatizzare attacchi personali e rivendicare il lavoro svolto all’interno del Teatro Rossetti in questi anni”.