Il maestro Raffaele Bellafronte viene riammesso al concorso per determinare il nuovo direttore artistico del Teatro Rossetti. Lo stabilisce il decreto con cui il presidente del Tar di Pescara, Michele Eliantonio, ha accolto ieri il ricorso presentato dagli avvocati Vittorio Emanuele Russo e Giuseppe Gileno, legali del noto compositore vastese.
La sospensiva – “L’istanza con la quale la parte ha chiesto di disporre la provvisoria sospensione dei provvedimenti impugnati – è scritto nell’ordinanza – è accolta e, per l’effetto, ammette con riserva il ricorrente al colloquio”. Il magistrato “fissa per la trattazione collegiale la camera di consiglio del 6 novembre 2014”, quando si discuterà nel merito il ricorso di Bellafronte che, intanto, ha ottenuto la riammissione al colloquio orale, dal quale era stato preventivamente escluso perché uno dei requisiti per partecipare alla selezione era quello di non essere mai stato condannato non solo per reati contro la pubblica amministrazione, come prevede la legge Severino, ma per qualsiasi altro illecito penale. Bellafronte era stato estromesso dal concorso perché condannato in passato per ingiurie.
Ora torna in pista per l’incarico che ha ricoperto fino a qualche mese fa. La sospensiva decretata dalla magistratura amministrativa rimette in discussione il risultato della prova orale, al termine della quale, il 15 ottobre scorso, il Comune di Vasto ha affidato la direzione artistica a Rocco Pugliese Eerola.
Primi commenti – Soddisfatti gli avvocati Russo e Gileno, secondo cui il Tar riconosce a Bellafronte “la sua illegittima esclusione dalla procedura di selezione, cui era stato regolarmente ammesso in precedenza, ma anche l’ammissione, per mancanza dei requisiti obbligatori di partecipazione, dell’asserito vincitore. L’adito Tar – scrivono i legali in una nota – riconoscendo verosimilmente fondati i rilievi mossi dal maestro Raffaele Bellafronte all’operato dell’amministrazione, ha ora disposto ha disposto la sospensione dei provvedimenti impugnati ed ammesso con riserva il medesimo al colloquio valutativo. Ciò che consentirà al maestro Raffaele Bellafronte di partecipare alla selezione pubblica, come era suo diritto, e concorrere così con gli altri aspiranti alla stregua dei rispettivi titoli di studio e curricula professionali”.
La questione, oltre che legale, è anche un caso politico. Per Davide D’Alessandro, consigliere comunale indipendente, “se il Tar ha riammesso Bellafronte, vuol dire che l’amministrazione Lapenna, sempre più amministrazione delle banane, ha compiuto l’ennesimo pasticcio”. L’esponente dell’opposizione sostiene che il bando “è nato male e rischia di finire peggio” e annuncia che “vigileremo” sull’operato della commissione esaminatrice.