Lunedì ha messo a segno con la juniores della Vastese 4 reti in una sola partita che si vanno ad aggiungere alle 2 realizzate con la prima squadra in Eccellenza. Dopo Soria e Piscopo è il giocatore che segnato di più. Mirko Bonuso, palermitano, classe 1995, centrocampista con il vizio del gol, è arrivato ad agosto inoltrato a Vasto, per quella che è la prima esperienza fuori dalla sua Sicilia.
Dal 2005 al 2012 è cresciuto nelle giovanili del Palermo, la squadra della sua città, seguita insieme al papà sugli spalti del Renzo Barbera. Dai pulcini fino agli allievi nazionali, poi un’esperienza a Monreale, fino, la scorsa stagione, alla Primavera del Trapani e al prestito alla Tiger Brolo, sempre in Eccellenza, prima di passare alla Pro Favara.
Lunedì hai fatto subito il poker al debutto con la juniores.
Ho cercato di dare il mio contributo ai ragazzi della juniores, mi sembra giusto, anche perché ho una maggiore esperienza rispetto a loro, gioco in Eccellenza da tre anni e mi metto sempre a disposizione per la juniores cercando di dare il massimo e di essere decisivo. E’ andata bene anche se nel primo tempo siamo partiti male, dopo il gol ci siamo sbloccati, il mister non era soddisfatto, nella ripresa siamo entrati in campo più carichi, decisi e concentrati, abbiamo giocato molto meglio.
Tra juniores e prima squadra sei a quota 6, il gol è tra le tue caratteristiche, ci provi sempre.
Ne ho sempre fatti con la juniores, lo scorso anno ho invece realizzato il primo in Eccellenza siciliana, nella Tiger Brolo. Cerco di sfruttare al meglio il mio tiro.
Come è nata questa estate la trattativa che ti ha portato alla Vastese?
Il direttore sportivo dell’Acireale, che mi voleva prima che andassi al Trapani, mi ha seguito tutta la scorsa stagione, si chiama Nicola Ferrante, in passato è stato ds dell’Isernia nel 2004/2005 e conosce il nostro direttore Enzo Basler, hanno parlato di me e sono arrivato.
All’interno del gruppo sei quello che arriva da più lontano, come ti trovi a Vasto?
E’ una bella città, molto tranquilla, per fortuna c’è il mare come a Palermo. Mi trovo bene anche con la tifoseria, sono in pochi, ma sempre molto vicini, quando mi incontrano in giro mi salutano, cercano di darmi la carica e mi spronano a fare bene.
Cosa fai nel tempo libero?
Vivo a Vasto Marina in casa con Leo, Corbo e D’Ambrosio. La mattina facciamo un giro alla marina, poi in centro e a pranzo con gli altri ragazzi che vivono qui. Nel pomeriggio allenamento e dopo un giro oppure andiamo a casa, dipende dal carico della seduta. Mi sono integrato bene, faccio coppia fissa con Leo, ci muoviamo sempre insieme, ormai siamo un’unica persona.
Oltre ai tuoi coinquilini c’è qualcuno con cui hai legato di più?
Quando sono arrivato non conoscevo nessuno, sono nate delle amicizie importanti. Soria, più che un capitano, oltre ad essere un leader, è un amico, un fratello, è nato subito un legame particolare con lui, stupendo, così come con D’Ambrosio e Leo. Voglio fare i complimenti alla società, al direttore sportivo e al mister perché hanno allestito un buon gruppo, anche dal punto di vista umano, è difficile trovarsi male con certe persone, sono tutti bravi.
Come giudichi fino a questo momento il campionato della Vastese?
Il mio bilancio personale è positivo, come squadra invece abbiamo perso dei punti, contro Miglianico, Martinsicuro e Vasto Marina, potremmo stare più su in classifica, ma il torneo è ancora lungo, c’è tutto il tempo per migliorare e recuperare, siamo tutti molto fiduciosi, nulla è perduto. Siamo pronti per domenica, andiamo ad affrontare il Paterno per vincere, è quello che vogliamo fare contro ogni squadra.
Cosa va migliorato?
Dobbiamo giocare meglio la palla, ultimamente in campo siamo stati troppo nervosi. Dobbiamo essere più tranquilli perché i mezzi ci sono, le qualità tecniche anche. Non dobbiamo affidarci però alle giocate dei singoli ma riuscire a giocare da squadra.
Come ti trovi con mister Precali?
L’ho conosciuto in estate e mi è sembrato subito un’ottima persona, poi allenandomi ho capito che è un tecnico molto preparato. E’ severo ma trasmette quella carica giusta che deve avere chi gioca a pallone e riesce a dare grinta e personalità come vuole lui.
Chi ti ha impressionato di più tra i compagni?
D’Ambrosio ha un piede fantastico, il suo è davvero un piede d’oro. Soria con le sue giocate fa la differenza, così come Balzano, un 96’ che gioca da poco in un ruolo non suo, eppure sembra che ci giochi da anni. Leo pure, nonostante non sia altissimo, sembra Zenga. Così come D’Adamo ha una grinta assurda e ottime qualità, oltre a Mascolo, tutte ottime persone e dei bravissimi giocatori. Un pensiero particolare lo riservo al giovane Gabriele D’Ambrosio della juniores, è molto bravo, se viene seguito bene e fatto crescere ha tutto per arrivare lontano.
Come si scende in campo in uno stadio quasi vuoto?
Devo dire che vengo da piccole realtà nelle quali non c’erano molti tifosi sugli spalti. A Brolo lo scorso anno c’erano 20 ragazzi che seguivano sempre, gli ultras la cella, li saluto. Questa è la prima esperienza che faccio, a livello di prima squadra, in uno stadio vero con l’erba, la curva e le tribune, è tutto nuovo per me. Quando c’è stato il fischio finale al termine della partita vinta contro il San Salvo ho sentito il boato dei tifosi e mi sono venuti davvero i brividi, è stata la prima volta. Non conosco ancora bene il potenziale di una tifoseria vera, quindi quando non ci sono cori per me non cambia molto, è ovvio che se ci sono è meglio, ma spetta a noi far tornare la gente allo stadio, è questo il nostro obiettivo, mantenere il nome della nostra squadra più in alto possibile e invogliarli a seguirci con i risultati.
Qual è il tuo obiettivo personale?
Sogno di tornare a indossare un giorno la maglia del Palermo e giocare al Renzo Barbera. Spero comunque di arrivare più in alto possibile, seguire le orme di calciatori veri come D’Ambrosio e Soria che hanno giocato in Serie C, vorrei arrivarci anche io.