L’avventura dell’Audax Palmoli nel campionato di serie B è partita nel migliore dei modi. La squadra che rappresenta un paesino abruzzese di 1000 abitanti dopo tre giornate è ancora imbattuta. Domenica prossima al campo sportivo palmolese arriverà la Lazio, che in classifica è dietro alle gialloblu (4 punti contro i 5 delle ragazze di mister Di Santo). Per capitan Maria Laura Montelli e le sue compagne è una settimana di allenamenti intensi per cercare di regalare una gioia al pubblico di casa.
Siete ancora imbattute in questo inizio di campionato. Vi aspettavate un avvio così positivo?
Non ci aspettavamo un avvio di campionato così positivo. Abbiamo lavorato tanto in questi mesi e i risultati sono i frutti del nostro lavoro. Il campionato è ancora lungo, siamo solo all’inizio, ma la partenza è buona continueremo a lavorare per fare ancora meglio.
Dopo la prima vittoria a Napoli sono arrivati due pareggi che forse potevano essere due vittorie per voi. Cosa è mancato per conquistare i tre punti?
Con la vittoria a Napoli abbiamo dimostrato che la squadra c’è. Per i pareggi è inutile fare polemiche su errori arbitrali e quant’altro anche se, alla fine dei conti, influiscono. Però con il mister abbiamo analizzato principalmente i nostri errori e quindi lavoreremo su quelli per migliorare.
Lo scorso fine settimana avete affrontato la prima di una serie di trasferte lunghissime. Come ci si sente a dover fare tanti chilometri per giocare?
Per noi alla prima esperienza in serie B è il sogno che si avvera. Il viaggio per raggiungere la Sicilia é stato lungo da affrontare ma ringraziamo la società per il grande lavoro svolto nell’organizzare la trasferta affinché non mancasse nulla. Mai avremmo pensato di arrivare a tanto e quest’anno ancor di più senti addosso la responsabilità di impegnarti ancor di più per non deludere chi da casa ci segue e crede in noi.
Come è iniziata la tua avventura nel calcio?
Fin da piccola ho amato questo sport, giocavo con i miei amici dopo la scuola e la passione con gli anni è cresciuta. Sono entrata nella rosa della squadra femminile del mio paese, poi ho fatto altre esperienze in altre squadre fino ad approdare a Palmoli dove ho piantato le radici vestendo con orgoglio la maglia delle Panthers.
Come concili i tuoi impegni della vita quotidiana con allenamenti e partite?
Nel limite del possibile cerco di essere presente agli allenamenti e alle partite ci vuole solo tanta organizzazione soprattutto quando non si è del posto.
Sei il capitano della squadra. Come vivi questo ruolo?
Essere capitano della propria squadra è un privilegio e un onore, soprattutto quando hai la stima e il rispetto delle tue compagne. È un ruolo di responsabilità, mi auguro di meritarlo.
Cosa si prova a portare il nome di una piccola città come Palmoli in giro per l’Italia?
Palmoli è un piccolo paese e sta facendo davvero tanto per garantire la riuscita di questo campionato. Merita il nostro rispetto e noi ci impegneremo a portare in alto il nome di Palmoli in giro per l’Italia. E’ Palmoli che ci da la possibilità di continuare quest’esperienza e con orgoglio andremo avanti per ripagare tutti dei sacrifici affrontati.
Dopo queste prime tre partite quali differenze hai notato rispetto alla serie C?
Il livello delle squadre in serie B è alto, ti ritrovi avversarie che hanno militato in campionati superiori e nella maggior parte dei casi non è più il singolo a fare la differenza ma tutta la squadra.
Quali sono i tuoi punti di forza nel tuo ruolo?
Gioco come centrale difensivo, sono del parere che non si smette mai di imparare e che di lavoro per migliorarmi ce ne vuole ancora tanto. Non ho la presunzione di definirmi una grande giocatrice ma la passione mi porta a vivere questo sport al massimo delle mie capacità e, nel mio caso, la grinta e la determinazione sono i miei punti di forza.
Chi non ha mai visto una partita di calcio femminile perchè domenica prossima dovrebbe venire a vedervi?
Vorrei che domenica gli spalti del comunale di Palmoli fossero gremiti di gente, il pubblico è il dodicesimo uomo in campo e fa la differenza avere un grande tifo pronto a sostenerci. Il calcio femminile non è molto seguito causa i pregiudizi che ancora lo circondano ma se la gente provasse quantomeno a soffermarsi a vedere una partita si convincerebbe che il nostro, a differenza del calcio maschile, è un altro mondo. Viviamo questo sport in maniera sana, senza ricevere nulla in cambio, giochiamo per la maglia, per il paese, affrontando sacrifici e lottando a testa alta.