Violenza sessuale continuata e aggravata ai danni della figlia minorenne della sua convivente, a sua volta vittima di violenza privata. Per questi reati è stato condannato a 5 anni e 2 mesi di reclusione D.N., 53enne nei confronti del quale la squadra anticrimine del Commissariato di Vasto ha eseguito un ordine di carcerazione emesso dalla Procura generale presso la Corte d’appello dell’Aquila.
“L’uomo – spiega il vice questore Alessandro Di Blasio, dirigente del Commissariato di via Bachelet – era stato arrestato nel 2007, a seguito di una delicata indagine condotta dal personale del Commissariato di Vasto e della sezione di polizia giudiziaria della locale Procura.
D.N., per sei lunghi anni, aveva rivolto particolari attenzioni alla figlia della sua convivente, da quando la piccola aveva 8 anni.
La bimba aveva subito gli abusi, in silenzio, per paura di ritorsioni ai danni della madre, poiché l’uomo le imponeva di non rivelare nulla sotto la minaccia di fare del male alla donna.
La violenza, reiterata negli anni, si concretizzava non solo in abusi fisici ma , spesso, anche in ricatti psicologici.
Solo da adolescente, la vittima aveva trovato il coraggio di confidarsi con una parente, rivelando la terribile esperienza di cui, suo malgrado, era stata vittima.
Subito dopo la denuncia erano partite le indagini, all’ esito delle quali, l’uomo era stato arrestato.
Dopo alcuni mesi, la custodia cautelare in carcere inflitta al reo, era stata sostituita, a seguito dei ricorsi presentati dal difensore dell’indagato, con l’obbligo di dimora nel Comune di Vasto.
Al termine dell’ iter processuale, l’uomo è stato riconosciuto colpevole dei reati commessi e condannato alla pena di 5 anni e 2 mesi di reclusione.
All’ imputato, inoltre, sono state inflitte anche le pene accessorie della interdizione legale durante l’esecuzione della pena, dell’interdizione perpetua da qualsiasi ufficio attinente la tutela e la curatela, da qualunque incarico nelle scuole di ogni ordine e grado, da ogni ufficio o servizio in istituzioni o in altre strutture pubbliche o private frequentate da minori”.