L’Ufficio Qualità delle attività e dei servizi della Direzione Generale della Programmazione Sanitaria (Ministero della Salute) ha prodotto 16 raccomandazioni sulla sicurezza, rivolte ai professionisti sanitari. Di queste alcune riguardano la prevenzione degli errori che si possono verificare nel corso della somministrazione dei farmaci, per l’esattezza:
· la numero 1 (in particolare dedicata al potassio e ai derivati);
· la numero 7, (dedicata alla prevenzione del grave danno, del coma e della morte da errori in terapia farmacologia in generale);
· la numero 12 (dei farmaci LASA dove grande attenzione si da alla modalità di prescrizione, alla gestione delle comunicazioni, ai farmaci potenzialmente scambiabili e agli effetti della interruzione del professionista sanitario nel corso della gestione dei vari passaggi);
· la numero 14 (destinata a trattare i temi della prevenzione nella gestione dei farmaci antitumorali).
Se su un totale di 16 raccomandazioni ben quattro richiamano il tema della sicurezza e della prevenzione dell’errore in corso di somministrazione del farmaco, è evidente che l’argomento è attuale, scottante, impegnativo e concreto per gli esercenti la professione infermieristica, che sono coloro che sicuramente rispondono per un errore nella fase della somministrazione del farmaco, in virtù dei profili professionali di riferimento, che proprio a settembre 2014 compiono venti anni.”
“Per questo il Nursind si è impegnato in questa campagna sperimentale sull’Ospedale di Vasto che se darà i suoi frutti potrà essere estesa anche agli altri nosocomi della provincia – spiega Enrico Del Villano, segretario provinciale del Nursind, sindacato delle professioni infermieristiche – il professionista che somministra il farmaco deve accertarsi, come ricorda la raccomandazione ministeriale numero 12, che sia presente una completa prescrizione, ad eccezione ovviamente dei casi di conclamata emergenza, e non dovrebbe in questa fase ricevere stimoli di interruzione, anche se inevitabilmente capita che situazioni che non possono essere rinviate vedano l’Infermiere/infermiere pediatrico coinvolto.
Rappresentano naturalmente la maggioranza le richieste improprie, che raggiungono i professionisti durante la fase di somministrazione del farmaco come procedura purtroppo abituale ed a volte data per scontata: il parente che vorrebbe conoscere l’orario di ricevimento del primario, il medico che vorrebbe qualcosa di assolutamente non urgente, e molto altro.
In questi casi, l’utilizzo di strategie ‘’difensive’’ passive può essere di aiuto”.
“La SISP, società italiana di scienze infermieristiche pediatriche – aggiunge Del Villano -, ha calcolato, dopo una attenta fase di osservazione sul campo, nella misura del 12% l’aumentato rischio di commettere errori quando un Infermiere viene interrotto nella fase di somministrazione della terapia e fra le strategie di contenimento dell’errore si possono attuare tra le più semplici:
a) la preparazione del farmaco in una stanza priva di telefoni e di contatti con il pubblico e i malati (ovviamente, è necessario disporre dello spazio ed è necessario avere almeno due Infermieri, uno resterà disponibile al contatto con l’utenza e i familiari);
b) l’utilizzo di giubbotti con riportate scritte dissuasive alla interruzione della fase di somministrazione dei farmaci.
Il giubbotto naturalmente non assicura la certezza e la sicurezza assoluta, ma ha un buon potenziale dissuasivo ed educativo, anche all’interno del team assistenziale. Rappresenta uno strumento di lavoro e di sottolineatura dell’importanza dell’attività effettuata. Costituisce infine un valido strumento educativo rivolto a tutti coloro, purtroppo molti, che non hanno le idee del tutto chiare sulle responsabilità, anche legali, che riguardano gli infermieri”.