Questa mattina in Vaticano si è aperta la prima sessione del Sinodo sulla famiglia, voluto da Papa Francesco. Accanto a Bergoglio c’erano il cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario del sinodo, e dal relatore generale, l’arcivescovo di Budapest Peter Erdo, i tre presidenti delegati, i cardinali André Vingt-Trois, arcivescovo di Parigi, Louis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila, Raymundo Damasceno Assis, arcivescovo di Aparecida, e Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto, scelto dal Papa come segretario speciale.
Al termine della prima assemblea monsignor Forte ed altri prelati hanno incontrato i giornalisti. Uno degli argomenti di maggior attenzione sarà quello delle difficoltà che affrontano le famiglie che si trovano a vivere una condizione di esclusione dalla vita sacramentale (ad esempio i divorziati risposati).
“Anime da salvare, questo vuol dire pastorale – ha spiegato monsignor Forte-. Cioè, non che gli aspetti dottrinali siano ignorati, ma che la dottrina non ha valore astratto in sé – quasi che debba essere ribadita come una clava in ogni momento – ma la dottrina è un messaggio di salvezza. Al centro della dottrina c’è la carità di Dio e c’è la misericordia. Io credo che questo sia il punto veramente fondamentale: dire quella che è la fede della Chiesa – e certamente su questo non è che la fede della Chiesa cambia – ma dirla guardando alle persone concrete reali, perché essa non sia sentita come una clava che ti giudica, ma come uno sguardo d’amore e di misericordia che ti raggiunge“. Monsignor Forte ha parlato anche della nuova formula per i Sinodi, che prevede una maggiore partecipazione spontanea dei vescovi. “Il Sinodo appariva, ad un certo punto, troppo ingessato e fu credo proprio Papa Benedetto che volle che si inserisse – al di là degli interventi programmati – la discussione libera, che non è semplicemente un’aggiunta coreografica, ma è veramente un momento di discussione franca, aperta, se naturalmente chi interviene ha quella libertà e quella parresìa di farlo. Quindi, c’è stata una maturazione nel cammino sinodale che certamente consente, oggi, un passo avanti più importante”.
E poi c’è l’azione del nuovo Pontefice, che ha dato grande impulso a questo Sinodo sulla famiglia. “Papa Francesco crede fortemente nel valore della sinodalità, letteralmente nel camminare insieme, e quindi già nel suo intervento di questa mattina questo forte richiamo alla libertà, al fatto che ognuno deve parlare dicendo veramente quello che gli sta a cuore, quello che sente urgente per la Chiesa di oggi, a parlare con libertà, a essere vescovi che portano il cuore della gente, i suoi problemi e le sue speranze nella ricerca comune”.