A far scoppiare la bomba, innescata da diverse settimane, sono stati gli amministratori dell’entroterra vastese. Totalmente esclusi dalle liste elettorali per il rinnovo di quel che rimane delle Province, ieri hanno alzato la voce, dando fiato a un malcontento latente nel Partito democratico, in cui il confronto non riguarda solo le consultazioni provinciali.
Riforma a metà – Le Province trasformate in unioni di Comuni, i Consigli provinciali diventano assemblee di sindaci e pubblici amministratori senza stipendio, ma con limitati rimborsi spesa. Rappresentanti eletti non dal popolo, ma attraverso le elezioni di secondo livello, cioè da sindaci e amministratori di tutti i Comuni della stessa Provincia. Con le votazioni del 12 ottobre, entra di fatto in vigore la riforma.
In base ad alcune stime nazionali, si calcola che 30mila dipendenti su 60mila complessivi delle Province (700 in Abruzzo) dovranno essere trasferiti in altri enti pubblici nei prossimi anni.
In Abruzzo verranno rinnovate le amministrazioni provinciali di Pescara, Chieti e Teramo. L’Aquila, vista la proroga a causa del terremoto, voterà il prossimo anno.
Pd, nessun candidato di Vasto – Il Partito democratico di Vasto ha rinunciato a presentare un proprio candidato. L’unico vastese nella lista a sostegno di Mario Pupillo (sindaco di Lanciano e candidato presidente per il centrosinistra) è Gabriele Barisano del Partito socialista; “La scelta del Psi regionale è ricaduta su di me per cercare di avere una rappresentanza provinciale. E’ una forma di volontariato senza gettone di presenza”, dice Barisano, che auspica “l’appoggio del Vastese”.
L’ex sindaco di Cupello, Angelo Pollutri, attacca il Pd locale: “La Provincia – scrive in post pubblicato su Facebook – conserva la programmazione urbanistica delle singole città, oltre che il coordinamento sui piani intercomunali. Lo stesso ente gestira le politiche sull’edilizia scolastica e la rete viaria intercomunale. La Provincia tra due anni deve ricevere per legge dalle regioni ulteriori deleghe. Alla luce di tutto ciò, è valsa la pena di autoescludersi come Città del Vasto? Non mi pare che Ortona, Lanciano e Chieti abbiano commesso lo stesso lo stesso errore. Alla luce di tutto ciò – annuncia – il mio voto andrà a Barisano, unico candidato di Vasto”.
Lapenna all’Anci? – In cauda venenum. E’ l’ultima frase scritta da Angelo Pollutri ad aprire un altro fronte. Secondo l’ex sindaco di Cupello, il Pd non candida neanche un vastese per poter successivamente rivendicare la presidenza regionale dell’Anci, associazione nazionale dei comuni italiani: “Le provinciali – è la frecciata di Pollutri – con l’Anci non c’entrano nulla e, anche come indennità di mandato, son cose diverse”. Il riferimento è alle voci circolate insistentemente nelle ultime settimane: il sindaco di Vasto, Luciano Lapenna, sarebbe in corsa per la presidenza dell’Anci Abruzzo.
D’Alessandro: “Sto a casa” – “Abolire le Province senza abolirle, impedire il voto ai cittadini e consentirlo ai soli consiglieri comunali per ricostituire, in fondo, la stessa assemblea, è una colossale presa in giro”, polemizza il consigliere comunale indipendente Davide D’Alessandro, che afferma di essere stato contattato sia dai sostenitori di Pupillo (centrosinistra) che da quelli di Scaricaciottoli (centrodestra). “Io il 12 ottobre me ne sto a casa, come tutti gli altri cittadini. Se non votano i cittadini, se non vota il popolo, che voto è? Nelle spa votano i soci. Le istituzioni sono un’altra cosa. O dovrebbero essere un’altra cosa. Almeno in democrazia”.