Più passa il tempo e più anche le notizie che potrebbero sembrare positive non suscitano entusiasmo. Ieri mattina, davanti allo stabilimento della ex Golden Lady, i rappresentanti sindacali hanno comunicato ai lavoratori quanto emerso dal tavolo ministeriale a cui hanno partecipato i funzionari del ministero, il vicepresidente della Regione Giovanni Lolli, i sindacati e il sindaco di Gissi, Agostino Chieffo. Quattro le diverse ipotesi che potrebbero concretizzarsi. La prima sarebbe quella di un’azienda che vuole avviare la produzione di pellet, per cui ci sarebbe già il via libera dal Corpo Forestale dello Stato, previo accordo tra le Regioni Abruzzo e Molise sull’approvvigionamento di legno. Sembra che inizialmente questo progetto dovesse realizzarsi in provincia de L’Aquila, ipotesi poi non concretizzatasi.
C’è sempre l’interesse dell’Adrilog, cooperativa il cui nome è già da tempo associato alla riconversione-bis. L’azienda che si occupa della logistica per il gruppo Conad porterebbe a Gissi l’attività di ricondizionamento di abiti usati, insieme alla Human di Milano.
Poi c’è interesse per un’azienda che produce vernici e tinte. Queste prime tre realtà produttive sarebbero in grado di riassorbire circa 50 lavoratori a testa. C’è poi l’interesse per un’altra azienda che utilizzerebbe i capannoni di contrada Terzi per la propria logistica, impiegando però non più di 4-5 persone. Ne resterebbero fuori almeno un centinaio, considerando anche che in molti dei lavoratori sono rimasti senza fonte di reddito visto il termine della mobilità.
Il vicepresidente della regione Lolli ha ribadito che l’interesse di queste aziende non deve essere legato ai possibili incentivi dalla Regione Abruzzo. I sindacati, oltre a sottolineare come i lavoratori rimasti senza reddito restano comunque coinvolti nei vari progetti, hanno espresso la necessità di tutti gli approfondimenti del caso. La prima occasione utile sarà il 6 novembre, quando al tavolo del ministero ci saranno anche o rappresentanti delle aziende interessate ad arrivare a Gissi.
I lavoratori, se da un lato accolgono favorevolmente queste notizie, dall’altro hanno ancora vivo il ricordo delle fallimentari esperienze della prima riconversione, e poi delle tanti voci che in questi mesi si sono rincorse. Quindi aspettano che ci sia qualcosa di concreto per poter tornare ad avere un minimo di speranza nel futuro.