Dalla Regione dicono di stare tranquilli ma sono ore di forte preoccupazione per le famiglie di anziani e persone disabili che sono in cura presso strutture private convenzionate. Dal 1 ottobre entrerà in vigore il decreto del commisario per la sanità abruzzese, il presidente Luciano D’Alfonso, che prevedono la compartecipazione alle spese per disabili psichici o fisici, oppure anziani non autosufficienti assistiti da strutture private, nella dimensione del 50-60%. In alternativa saranno i Comuni a farsi carico della quota.
Il decreto (clicca qui)
Secondo il testo firmato dal commissario D’Alfonso e dal sub-commissario Zuccatelli un anziano non autosufficiente ospitato in una struttura privata costerà 70,75 euro al giorno. Di questi 35,3 euro sarà a carico della Regione, 35,3 a carico della famiglia o del Comune. Un disabile fisico o psichico costerà 87,80 euro al giorno, di cui 43,90 a carico della Regione, 43,90 a carico della famiglia o del Comune. Per un disabile fisico o psichico ospitato in una struttura residenziale “a più alta intensità assistenziale” il costo sarà di 32,64 euro per la Regione, e di 48,96 euro al giorno per la famiglia o il Comune. Un disabile ospitato in una struttura protetta o in una Casa famiglia costerà 30 euro al giorno alla Regione e 45,5 euro alla famiglia.
È chiaro come, in un momento in cui le casse dei Comuni sono allo stremo, l’applicazione di queste tariffe si trasforma in una mazzata per le famiglie delle persone che hanno necessità di assistenza, tra i 1000 e i 1500 euro al mese. In questi giorni le strutture del Vastese hanno inviato le comunicazioni ai loro assistiti. Per molti, che vivono già situazioni di estrema difficoltà, in assenza di aiuti vorrà dire rinunciare alle cure per il proprio familiare. In questi giorni si fa sentire la voce dell’opposizione in consiglio regionale. Gianni Chiodi ha ricordato come “nel 2009 un provvedimento simile fu adottato dall’allora commissario Redigolo, che io feci subito ritirare. Poi, negli anni più volte il tavolo di monitoraggio romano ha provato a obbligarmi a inserire tale compartecipazione per le cure riabilitative, ma mi sono sempre opposto, perché nella situazione preoccupante in cui vivono oggi molte famiglie, è inaccettabile pensare di introdurre un nuovo ticket. Si finirebbe per colpire proprio le famiglie con i maggiori disagi, quelle fasce meno protette come i portatori di gravi patologie e i disabili gravi e gravissimi“.
La soluzione, per evitare di gravare sulle famiglie, è quella di indirizzare dei fondi ai Comuni che così potrebbero far fronte alla quota prevista. In questa direzione sono andate le dichiarazioni dell’assessore regionale alla sanità Silvio Paolucci, che ha indicato l’obiettivo (nel 2016) di coprire a regime l’80% della compartecipazione lasciando il rimanente 20%, circa 10 milioni di euro, sulle spalle del Comuni. L’assessore ha anche ricordato tutti i passaggi che verranno effettuati nei prossimi mesi per un riordino dei posti letto tra assistenza e riabilitazione nelle strutture private.
In questi giorni in molti chiedono a D’Alfonso di ritirare il provvedimento, o quantomeno ritardarne l’entrata in vigore al 1 gennaio 2015, così da avere il tempo di reperire le risorse da destinare ai Comuni per questi fini socio-assistenziali. I prossimi 10 giorni saranno cruciali, con le famiglie che aspettano di sapere se e quanto dovranno pagare. Per molti potrebbe esserci la difficile situazione di dover rinunciare ai servizi di assistenza.