La felicità è contenuta dentro due piccole scatole gialle con sopra l’adesivo “Nanjing 2014”. È li dentro che sono custodite le due bellissime medaglie conquistate da Nicolangelo Di Fabio alle Olimpiadi giovanili, l’oro nei 200 stile libero e l’argento con la staffetta 4×100. Per uno sportivo il successo a cinque cerchi è la vetta più alta da raggiungere e il 18enne nuotatore cupellese l’ha raggiunta, e poco conta che si tratti della manifestazione dedicata ai giovani. Per le Olimpiadi “vere”, quelle di Rio 2016, ci sono due anni da percorrere, bracciata dopo bracciata, per inseguire un sogno. Ma prima c’è una stagione 2014 straordinaria da celebrare, che ha definitivamente fatto esplodere il talento in acqua di Nico. Ogni volta che lo incontri quello che ti colpisce subito è la sua straordinaria serenità. Si fa trovare con dieci minuti d’anticipo all’appuntamento per la nostra chiacchierata, che avviene tra uno scatto e l’altro in giro per le strade della sua Cupello. Sorriso sincero, poche parole sempre pesate, una timidezza che lascia però passare le emozioni quando racconta la conquista dell’oro in terra cinese. “Quando ho toccato sapevo di aver vinto, ho guardato il tempo, per sicurezza ho controllato tre volte. Eppure nell’ultima vasca ero troppo indietro e mi sono detto non ce la faccio. Però vedevo che pian piano lui mollava, sembrava tornasse indietro”. Il suo avversario era l’olandese Kyle Stolk, che agli Europei juniores di Dordrecht lo aveva battuto. A Nanchino le parti si sono invertite. “L’ho ripreso e negli ultimi 15 metri ho pensato Non succederà come agli Europei. Ora ce la faccio. Alla fine ero contentissimo perchè non solo avevo vinto ma ero riuscito a migliorare il tempo fatto un anno fa a Dubai”. Ecco l’atleta già maturo, che nel momento della più bella vittoria della sua carriera ha il pensiero rivolto al miglioramento, alla crescita, alle centinaia di chilometri percorse in vasca sotto lo sguardo attento del suo allenatore Domenico D’Adamo nella piscina di Vasto. Sacrifici che hanno portato l’ennesima medaglia in casa Di Fabio.
Partecipare alle Olimpiadi è il sogno di ogni atleta. Riuscire a tornare a casa con due medaglie in valigia è certamente qualcosa di stupendo. “Quando siamo arrivati in Cina e siamo usciti dall’areoporto ho iniziato a vedere tantissimi cartelli delle Olimpiadi giovanili con le foto delle medaglie e tra me e me dicevo speriamo di prenderne una. Poi è arrivato l’oro e questo mi ha reso davvero felice”. Dopo l’oro anche l’argento, insieme agli altri ragazzi della spedizione azzurra. “Erano staffette un po’ particolari perchè ogni nazione poteva portare solo 4 nuotatori e 4 nuotatrici, quindi c’era una specializzazione in meno rispetto alle gare da disputare. Noi non avevamo quattro specialisti dello stile ma ce la siamo cavata bene. Alessandro Bori è partito bene, poi io ho dato il massimo”.
Oltre al periodo delle gare Di Fabio ha avuto un’altra settimana da vivere nel villaggio olimpico. “Al Mondiale juniores avevo già vissuto l’esperienza a contatto con nuotatori di tutto il mondo. In Cina era ancora più bello perchè c’erano ragazzi di tutto il mondo e di tutti gli sport. Camminavi per il villaggio e vedevi delle nazioni lontanissime di cui hai solo sentito parlare. Eravamo tutti lì. Poi avevamo uno. Ci hanno dato uno jogger, una chiavetta usb a forma di mano con un sensore. Quando conoscevi una persona univi le due mani e si trasferivano i dati dall’uno all’altro per rimanere in contatto. Non ancora scarico i dati, ma almeno duecento mani le ho unite”.
Di Fabio premiato in consiglio comunale (clicca qui)
Il 2014 è stato molto positivo, ha girato il mondo e ha raccolto medaglie un po’ ovunque. “Sono andato in Brasile alle Gymnasiadi. E’ stata una bella esperienza ma non era organizzato al meglio e poi non aveva tantissima importanza. Molti nuotatori erano assenti, invece alle Olimpiadi, tranne l’australiano, che è il più forte nei 200, c’erano tutti. E poi gli assoluti a Riccione, le gare in Russia, gli Europei juniores”. Tanta esperienza per lui che, con le Olimpiadi, ha concluso il suo percorso tra gli juniores. “Spero di poter andare già da quest’anno di poter fare qualche manifestazione con i più grandi. Vediamo come andranno le cose. A Nanchino, quando si è spenta la torcia Olimpica, a me e Sabbioni sono scese un po’ di lacrime perchè terminavamo l’esperienza juniores”.
Altra grande novità che ha portato il 2014 è stata quella dell’ingresso nel Centro Sportivo dell’Esercito Italiano, con un doppio tesseramento che si unisce a quello civile nel Team Nuoto Sport Management. Ora è il caporale Di Fabio, come si vede anche dal grado sulla tuta azzurra. “È un’opportunità importante, e poi l’esercito mi piace come arma. C’è un bell’ambiente, si respira una bella aria, anche in caserma. Mi sono allenato lì per un po’ di tempo, non hanno la vasca da 50 ma mi hanno permesso di andare ad allenarmi in una piscina vicino alla caserma. Per ora ho solo ruoli da atleta, per il futuro vedremo, mi affascina la vita militare”.
A due giorni dall’inizio della scuola Nicolangelo inizia a pensare anche agli esami di maturità da sostenere al liceo scientifico Mattioli di Vasto. “Sarà difficile, anche perchè ci saranno sicuramente tanti impegni che mi porteranno via da casa. Lo scorso anno è andato bene (ha una media invidiabile, nda), in estate qualcosa sono riuscito comunque a fare. Ci vuole più organizzazione dell’anno scorso per lo studio, in questo devo migliorare”. Ad aiutarlo ci saranno sicuramente i suoi compagni di classe, che ne seguono le gesta sportive e che lui ha salutato nell’intervista dopo la vittoria dell’oro olimpico. “Con la mia classe c’è un bel legame, in special modo con i ragazzi. Vengono sempre a vedere le gare, l’anno scorso sono venuti anche a Riccione. Dopo la gara dei 200 ho pensato a loro e così gli ho mandato i miei saluti”.
I suoi successi sono guidati dal professor Domenico D’Adamo, che ormai da quasi sette anni ne cura la crescita con risultati che sono sotto gli occhi di tutti. “Anche quando ero in Cina ci siamo sentiti sempre, si sentiva anche con i tecnici presenti sul posto. Era lui a darmi le indicazioni sul lavoro da fare. Dopo l’oro dei 200 mi ha detto che ero partito troppo piano, lui voleva che passassi forte nella prima metà di gara. Mi dice sempre tu insisti a passare piano, cercheremo di migliorare. Per l’anno prossimo, quando dovrò scegliere l’università e vedere se e dove spostarmi seguirò anche i suoi consigli”. Camminando lungo le vie di Cupello arriviamo a casa Di Fabio, dove possiamo ammirare la bacheca appesa alla parete che ormai non riesce più a contenere le medaglie vinte. È qui che Nico trascorre i giorni in cui non è in giro per allenamenti è gare, con i genitori pronti a sostenerlo ed accompagnarlo dove serve. Una famiglia unita di cui si avverte la presenza nei modi di fare educati del giovane campione, nelle sue parole, nelle sue attenzioni. Una gara che porta una medaglia olimpica è sempre bella da rivedere ed ecco che Nico corre a prendere il pc e ci spiega, vasca dopo vasca, cosa è accaduto. Immagini che mettono ancora oggi i brividi, con il telecronista che in inglese grida il suo nome. E poi il podio, con lui che ancora oggi ride rivedendosi mentre gioca con quella pesante medaglia d’oro al collo. E poi si guarda al futuro, al progetto Destinazione Rio di cui fa parte, degli allenamenti e delle gare da disputare. Sempre senza mai perdere la serenità. Quando gli dico “allora iniziamo a guardare gli alberghi per Rio”, lui risponde “fai bene, perchè lì c’è il sole, si sta bene, ci si diverte”. Ma in fondo sa che il suo desiderio è quello di tante persone che lo seguono con entusiasmo e che sperano di vivere momenti unici. Una bracciata alla volta, sempre con il sorriso e la serenità.
Foto di Costanzo D’Angelo
Foto – Le medaglie olimpiche di Nicolangelo Di Fabio
Foto di Costanzo D’Angelo