La Virtus Cupello e lo United Cupello hanno deciso di unirsi e proseguire insieme il loro cammino, una decisione intelligente in tempo di crisi, ma che nonostante tutto fa ancora discutere. Sull’argomento interviene Camillo D’Amico, candidato sindaco alle ultime elezioni comunali.
“In questi giorni a Cupello – sostiene D’Amico – infiamma la polemica sulla fusione tra le due società calcistiche Virtus Cupello e United Cupello. La prima rappresenta la storia calcistica vissuta lunga 52 anni mentre la seconda nacque da una costola staccatasi perché in disaccordo con i metodi totalitari di Pollutri e soci che gestivano in maniera padronale la Virtus Cupello. Tra i soci e compari di Pollutri c’è sempre stato Manuele Marcovecchio. Io sono stato in anni lontani copresidente della Virtus Cupello. Per questa vicenda a Cupello sono apparsi manifesti funebri a cura di Pollutri che non è affatto esente da colpe perché è in questo mondo che ha speso la maggior parte delle sue energie fisiche, mentali e, da sindaco, anche finanziarie. Adesso sta partendo anche una petizione popolare atta a recuperare il nome storico della Virtus Cupello in luogo di quello nuovo adottato che A.S.D. Cupello Calcio. Personalmente sono legato alla storia anche se favorevole alla fusione”.
Sulla questione D’Amico ha scritto una lettera aperta che riportiamo integralmente di seguito.
“Cari concittadini e sportivi di Cupello,
sento doveroso esprimere una parola chiara sulla fusione avvenuta giorni fa tra le nostre due squadre di calcio più blasonate la Virtus Cupello e lo United Cupello.
Mi preme ricordare che nei campionati 1995/1996 e 1996/1997 sono stato co-presidente, rispettivamente con Romeo Di Francesco e Giuseppe Giardino. La Virtus Cupello militava nel campionato di prima categoria e non ebbe grandi fortune riuscendo a salvarsi ai play-out in entrambi i campionati. Divenni co-presidente dopo che l’allora dirigenza si rivolse agli amministratori comunali dell’epoca per favorire una nuova aggregazione societaria e consentire l’iscrizione e il campionato. Queste situazioni si sono ripetute anche negli anni a seguire tanto da farle diventare quasi una routine.
Tornando all’attualità, io ho sempre auspicato una riaggregazione tra le due suddette società, perché ritengo lo sport in generale ma il calcio in particolare un luogo di unione e non di divisione. Purtroppo abbiamo avuto per un lungo periodo chi sul calcio ha investito molto, in termini di energie e di risorse finanziarie, ottenendo come risultato quello di dividere e non di unire. Questo perché qualcuno ha voluto intendere la vita pubblica, politica e sportiva solo come tornaconto personale.
Durante tutta la campagna elettorale non ho mai sottaciuto che andava fatto ogni utile sforzo per unire e non continuare a dividere. Questo era ed è un aspetto caratterizzante il cambiamento per Cupello che i Cupellesi ci chiedevano ed ancora continuano a chiederci. Per questo scopo avevo anche contattato un possibile nuovo sponsor che non aveva rifiutato o declinato l’invito.
Ora con la nascita di una nuova realtà calcistica, l’A.S.D. Calcio Cupello, l’aggregazione c’è stata ma con una violenza immeritata verso la Virtus Cupello cui, sentimentalmente, appartengo a pieno titolo. Ritengo sbagliato il percorso seguito perché si doveva agire in tempo utile per trovare maggiori adesioni e condivisioni, ricorrendo a pubbliche assemblee che l’Amministrazione comunale doveva promuovere gestendo da arbitro questo delicato passaggio, anziché risultare silente complice della brutale rimozione del nome e della storia della Virtus, consumata a danno della vita sportiva e sociale di Cupello.
52 lunghi anni di storia di calcio in capo alla Virtus Cupello appartengono a tutti, per questa ragione è necessario ritrovare uno spirito unitario per le sorti calcistiche della nostra cittadina. Ora sia l’Amministrazione comunale a fare luce sulle ultime vicende e ricucire con la storia sportiva e cittadina, facendo quello che doveva ma non ha potuto, o non ha voluto fare”.
Camillo D’Amico