A distanza di pochi giorni dall’abbandono della Honda di Atessa, Confindustria Chieti perde un’altra delle aziende più importanti della provincia. Ieri la Pilkington di San Salvo ha comunicato alla segreteria dell’associazione degli industriali la sua uscita, unitamente alle aziende satellite Primo e Bravo. L’azienda della Val di Sangro aveva deciso la sua uscita “non riconoscendosi più nelle recenti politiche dell’associazione”. Ha pesato, nella presa di posizione del management Honda, la linea di Confindustria sulle prossime elezioni per la Camera di Commercio, oggi guidata da Silvio Di Lorenzo, ex vicepresidente Honda, contro cui l’azienda ha intentato causa per presunti danni causati negli anni riguardo alcune forniture. Proprio il nome di Di Lorenzo è stato indicato da Confindustria per la guida della Camera di Commercio, ente che, con la rimodulazione del ruolo delle province, assumerà un ruolo ancor più strategico. Honda aveva espresso la sua netta contrarietà mentre la Pilkington non aveva preso parte alla votazione.
Con l’uscita delle due grandi aziende Confindustria Chieti perde innanzitutto importanti quote associative, circa 250mila euro annuali. Quel che conta di più, però, è che resta un’associazione al momento priva di due dei più importanti poli produttivi del territorio. E c’è il rischio che qualche altra azienda possa seguire la stessa strada. Negli ultimi anni non sono mancate le critiche all’associazione teatina, rimasta silente nei confronti delle due grandi vertenze che hanno segnato la provincia di Chieti: il caso Sixty e quello Golden Lady.
Sono motivazioni economiche quelle che hanno portato la Pilkington ad uscire dall’associazione. In tempi in cui i lavoratori vanno avanti con i contratti di solidarietà l’azienda cerca di tagliare dove possibile. E quindi l’uscita da Confindustria rappresenta una ulteriore voce di risparmio. “La motivazione è puramente di tipo economico – commenta Graziano Marcovecchio -. Abbiamo necessità di risparmiare dove possibile”. La Pilkington resta in Assovetro, associazione che riunisce le aziende del settore vetrario, e strategica per le attività del gruppo.
Due aziende di questo peso che lasciando Confindustria Chieti, anche se per motivazioni diverse, rappresentano comunque un segnale da non sottovalutare. Nelle dinamiche politiche e delle associazioni di categoria troppe volte il Vastese e la Val di Sangro sono stati lasciati emarginati. E, se la Honda ha espresso in maniera chiara la sua netta contrarietà all’operato di Confindustria, anche dietro le motivazioni di carattere economico della Pilkington si può leggere qualcosa di più. Queste due uscite sono il segno che questo territorio non vuole più assistere impotente ad una progressiva messa ai margini ma, come accaduto in questi giorni, vuole inziare a lanciare segnali per rivendicare il suo ruolo.