Prende il via con una protesta del Movimento 5 Stelle, uscito dall’aula al momento del discorso di Luciano D’Alfonso, l’esperienza amministrativa regionale targata centrosinistra. È accaduto tutto in seguito alle elezioni, durante la prima seduta del consiglio, dell’ufficio di presidenza. Come presidente è stato votato Giuseppe Di Pangrazio, del Pd. Vicepresidenti sono Lucrezio Paolini, maggioranza, e Paolo Gatti, per l’opposizione, eletto anche con i voti della maggioranza. Poi, quando sono stati eletti anche i segretari è scattata l’ira dei pentastellati, che, come primo partito dell’opposizione, si aspettavano l’assegnazione della vicepresidenza.
“Il centrosinistra è andato in soccorso del centrodestra – commenta il consigliere regionale Pietro Smargiassi -, dimostrando che quando si vota sono la stessa cosa. Su 4 poltrone hanno ritenuto di non assegnarne neanche una a noi. Generalmente la maggioranza non esprime il voto quando si elegge il vicepresidente. Così abbiamo fatto noi quando è stato eletto il presidente, riconoscendo quindi l’autorevolezza del candidato proposto. Ma evidentemente avevano paura di qualche franco tiratore e così hanno ceduto i voti al centrodestra per far eleggere Gatti. Lo stesso è successo anche per i segretari (eletti Alessio Monaco di Regione Facile e Giorgio D’Ignazio, Ndc)”.
E così al momento del discorso di D’Alfonso i sei consiglieri del Movimento 5 Stelle hanno abbandonato l’aula in segno di protesta, convocando una conferenza stampa per illustrare le loro ragioni. “Avevamo già detto che tutto era stato deciso – aggiunge Smargiassi – e così è stato. Ce ne siamo andati perchè se loro non riconoscono l’esistenza del Movimento 5 Stelle noi abbiamo ritenuto di non ascoltare cosa aveva da dire D’Alfonso. Hanno creato un monopartito, di fatto siamo l’unica forza di opposizione in consiglio“.
Dagli altri consiglieri sono piovute critiche sul Movimento 5 Stelle. Smargiassi respinge le accuse. “Quello mostrato ieri non è certamente il modo di fare di chi vuole collaborare. Noi abbiamo dialogato con tutti, senza problemi. Sono loro a dire sempre no”. Manca la composizione della Commissione di Vigilanza che potrebbe essere ora presieduta da uno dei consiglieri del M5S. “Figuriamoci se ci faranno andare in vigilanza. Vediamo cosa succede, certamente noi ci adegueremo e comporteremo di conseguenza”.